8 Febbraio 2009
Fra le cose che mi prefiggo di fare oggi, durante l’attraversamento della Ruta 40, una é cadere!
Si, cadere dalla moto!
Questo perché in ogni tratta sterrata che mi ha messo alla prova, ho sempre coronato la mia felicità con un o più cadute.
Russia, Cambogia, Australia, Nuova Zelanda…
“Per la ruta 40, stai attento a non cadere. Vedi di non tradire le mie aspettative sul viaggiatore Gionata Nencini”
Sono sveglio.
Attorno a me ho tende da campeggio. E dentro ad ogni tenda ci sono persone che dormono e che forse nei propri sogni stanno raggiungendo i propri traguardi. I propri desideri.
Chi raggiunge la vetta del Fitz Roy, chi sogna di baciare la ragazza della tenda accanto, chi risolve i problemi con il padre, chi guida un’auto senza freni, chi parla al suo migliore amico e quando si volta lui non c’é più.
Quasi puoi sentirle, tutte quelle persone sognare, dentro a queste tende che ho attorno.
Sorrido.
La vita non é poi che un ciclo.
La stessa struttura galattica, solare e planetaria é un ciclo.
E mentre io mi sveglio con l’aria frizzante del mattino, dall’altro lato del mondo una puttana torna a casa dopo una lunga notte di lavoro.
E mentre Gail esce dalla tenda e si stiracchia mandandomi un affettuoso sorriso, dall’altro lato del mondo una mina antiuomo uccide un bambino.
Il mondo é troppo grande per la bontà di un uomo solo.
Sorrido di nuovo.
Al mattino la vita mi sembra sempre così chiara e perfetta.
Ma non mi appare meno violenta e paradossale di quello che é.
Semplicemente, al risveglio, la testa é sgombera dalle moralità.
Al risveglio io sono un uomo come tutti gli altri. Non ripenso al passato, non contemplo il presente e non medito sul futuro.
In quei pochi minuti di confusione al mattino, se apro gli occhi e posso guardarmi i palmi delle mani, sono felice.
Vuol dire che io sono ancora lì. Ancora vivo.
La moto scalda il motore, mentre da lontano arriva Charlotte, la figlia maggiore di MarieLuren.
Porta una colazione a tutti e tre ed aiuta i ragazzi a rimontare la loro tenda.
Abbraccio Jonathan e Gael e prometto loro di tenermi in contatto, che sicuramente ci rivedremo in giro.
Il mondo é così piccolo.
Io sono già in sella e vado a lavarmi i denti alla sorgente dove riempio anche l’acqua.
Al mio passaggio di uscita dal campeggio, saluto a grandi bracciate.
Gael, Jonathan e Charlotte spiccano fra le decine di tende colorate che ancora racchiudono i sogni degli altri campeggianti…
Fra le cose che mi prefiggo di fare oggi, durante l’attraversamento della Ruta 40, é di cadere!
Si, cadere!
Questo perché in ogni tratta sterrata che mi ha messo alla prova, ho sempre coronato la mia felicità con un o più cadute.
“Per la ruta 40, stai attento a non cadere. Vedi di non tradire le mie aspettative sul viaggiatore Gionata Nencini”
Ripenso e ripenso a questo messaggio arrivatomi su Facebook qualche giorno fa.
Aspettative sul viaggiatore Gionata Nencini?
Quindi lo scopo di un viaggio come il mio, per alcuni dei miei lettori, é quello di rimanere in equilibrio su due ruote? Ma pensa un po’…
Sarà bene ch’io cada invece, giusto per ricordare che con le aspettative degli altri equivalgono ad un conio che non compra il mio interesse ne tanto meno la mia preoccupazione.
Sono fermo a Tres Lagos per il pieno benzina che non ho potuto fare ad El Chalten visto l’orario di partenza.
La signora alla cassa é così adorabile e simpatica che decido di non affrettarmi a partire ed ordino un caffè per parlare del più e del meno.
Qualche argentino di passaggio vede la moto, entra nel bar e mi chiede se sto imboccando la ruta 40.
Secondo i ragguagli di Moran, l’israeliano su KLT 650, non devo assolutamente fare benzina a Bajo Caracoles, causa pompa di benzina sabotata.
La storia narra che ci sia acqua nella pompa di benzina, la quale causa il mal funzionamento della moto che viene automaticamente prelevata da un carro attrezzi che chiede delle cifre proibitive.
Così entro nella ruta 40 con serbatoio pieno, taniche piene e prevedo di allungare il mio itinerario di 120 km per fermarmi a Governador Gregorio e fare un altro pieno.
Magari riempio pure 2 o 3 bottiglie di coca cola, ma a Bajo Caracoles non mi fermo!
Lì dove l’asfalto termina ed inizia la ruta 40, non si vede niente di diverso da quello che ho già visto più volte.
Strada sterrata piana, con 4 tracce lineari piane delineate l’un l’altra da alte e pastose linee di terriccio pietroso, l’ideale per far scolare la ruota posteriore e sollecitare quella anteriore.
Non sarebbe tutto quel ODDIO ODDIO, LA RUTA 40! se non ci fosse anche il vento patagonico a soffiare a 120 km /h.
E quando guidi a 100 su un binario di sterrato di 50 cm, con due mucchi di terriccio e pietra su entrambi i lati, le folate di vento a 120 km/h non sono di nessun aiuto.
Così imbocco la ruta a 80, cercando di allinearmi nel binario piano e abbassandomi per evitare la spinga del vento che mi sposta verso destra.
Sono 7 km iniziali di mal di schiena, dove la rigidità che mi é necessaria per oppormi al vento, si intensifica sui muscoli sotto le scapole e su tutto il collo.
Poi come per magia, dopo 8 km, la ruta vira a destra ed il vento é a favore.
La ruta continua così per ore, finché, senza alcun problema, arrivo a Governador Gregorio. Faccio un pieno e riempio 3 bottiglie da 2 litri cad1.
Così adesso ho con me 34 litri di benzina. Maledetto problema consumi!
Faccio anche la registrazione catena e pulisco il faro anteriore che é oscurato dal para sassi e limita la mia visibilità agli altri durante l’attraversamento di coltri di terra sollevata dal vento.
La ruta che si ricongiunge alla 40, partita da G. Gregorio, é una bellissima linea marrone chiaro su cui grandi macchinari stanno lavorando per l’imminente asfaltatura.
Sfreccio a 120, saltando con tutto il peso della moto, su cunette lisce come l’argilla. La strada poi si intreccia con quella di servizio realizzata per le auto che circolano durante i lavori in strada e così la ruta di fango secco si alza e si abbassa ed offre passaggi più lenti che devo fare a velocità più bassa.
Un gran bel passatempo.
Oltretutto non c’é vento…
Finalmente, cado!
Ho davanti a me una enorme pozza di fango. Accelero urlando dento al casco
Vai Gionata Nencini, non succede nienteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!
La moto entra pesantemente nella pozza, la ruota anteriore esce poggiando sulla superficie motosa ai bordi della pozza, la ruota dietro spinge troppo e la moto ruota di 180 gradi con me ancora sopra.
Cado sul lato sinistro, che si arresta pesantemente sul bordo fangoso della strada.
Io rotolo oltre la moto, senza farmi niente.
Scoppio a ridere.
Prendo la video camera e faccio il classico filmino dove mi insulto e inneggio all’adrenalina appena provata.
La borsa Givi sinistra si é mezza aperta ed ho mota su tutti i vestiti.
La benzina é uscita dal serbatoio e c’é una puzza tale che sembra di essere in una raffineria.
Ed é così che posso dire senza ombra di dubbi, di essere un viaggiatore felice!
Con il sorriso stampato sulla faccia.
Proseguo e raggiungo la Ruta 40, che adesso presenta 80 km di perfetto asfalto. Così, di punto in bianco. Non é nemmeno segnalato sulla mappa.
Dopo l’asfalto, lo sterrato ritorna ad essere ventoso e ci sono varie volte, specialmente durante il sorpasso delle auto che mi precedono, che i cumuli di terriccio e sassi mi fanno ballare e ballare le ruote.
Ma senza lasciare il gas, la moto si raddrizza sempre.
E che adrenalinaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.
Arrivo a Bajo Caracoles, ma ho benzina, ho cibo e così, non sapendo che fare, mi metto a flirtare con una ragazza cilena che esce dal bar.
Da dove vieni?
Cile!
Ah Cile, ci vado fra poco…
Dai, e dove vai?
Entro al sud ed esco al nord, ma se le ragazze là sono tutte belle come te, mi ci fermo per un anno.
Lei ride, torna dagli amici e quando racconta il fatto, la sua amica più maliziosa mi chiama a grandi bracciate e mi obbliga a darle un bacio.
Facciamo una foto, due.
Dai dai, metti la mano sul culo dell’italiano.
No ma dai… – si copre il viso timida
Dai dai!!!! Il culo italiano, carne pura! Toccare per credere!
E mentre i ragazzi presenti applaudiscono e battono le mani e le ragazze ridacchiano divertite, io chiedo un bacio in più e l’indirizzo di casa della ragazza, così da potermi sistemare da lei per un po’ una volta arrivato a Santiago.
Ma la ragazza é veramente timida e così mi da un due di picche di classe!
Gli ultimi 120 km di Ruta 40 sono ok.
Dentro di me ho come una strada concitazione, che mi deriva dal possibile imminente incontro con Miriam, ferma da un mese a Perito Moreno.
Chissà se é sempre lì…
Arrivo a Perito Moreno che tutti i supermercati sono chiusi, ma riesco a trovare qualcosa da mettere in bocca.
Chiedo in giro di Miriam e noto che tutti la conosco.
La dottora!
Chiedo di essere condotto da lei, ma nessuno sa dove abiti, così chiedo in giro dell’ospedale. Quando arrivo, uno dei conducenti dell’ambulanza mi fa il terzo grado e quando ha appurato che sono un amico e non un poliziotto, mi conduce al camping dove Miriam alloggia.
Camping Raul.
La sua moto é smontata nel cortile, accanto alla tenda.
Lei non c’é e così trovo una ragazza ferma in strada che attende il bus e mi ci metto a parlare.
Miriam arriva qualche minuto dopo e mi saluta con un abbraccio.
Mentre sediamo in cucina del camping arriva Jonathan e la ciurma di amici da El Chalten. Lui ha visto la mia moto parcheggiata nel camping e adesso chiede di me a Miriam, che lo riceve all’ingresso.
Non ci credoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo! Mi hai trovato!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Così abbraccio Gael, Jonathan, la famiglia francese e Sarah. Con loro viaggia anche Katerina, una ragazza sorridente della Germania.
Ci sistemiamo tutti nel camping. 10 pesos a notte!
Per festeggiare del curioso essersi ritrovati, io e Gael andiamo a comprare la cena per tutti. Vino, pasta, sugo. Cucino io per tutti, visto che i francesi in cucina é meglio non metterli.
;-P
Tutti docciati e affamati, sediamo nella cucina del camping armati di vino nei bicchieri e una voglia di mischiarsi nelle tende delle altre a fine serata.
La notte continua fino a tardi.
Raul é il personaggio più gettonato. Il suo modo di fare ed il modo di presentarsi sono spunto di conversazione per tutti.
Miriam vive con lui quasi da quando é qui.
Si parlano ed interagiscono l’un l’altra come fossero amici di vecchia data, ed é bello sapere che aldilà del problema alla moto, Miriam sia riuscita a costruire tutto questo angolo di casa anche qui a Perito Moreno, dove é arrivata senza conoscere nessuno!
Io e Sarah ci incrociamo da soli nel bagno a metà serata. Ha una femminilità felina così forte che sono io che abbasso lo sguardo ed esco dal bagno lasciando la cosa in sospeso.
Perdente!!!!!
Posso auto invitarmi a casa di una donna che non conosco e portarmela a letto e non riesco a fare il primo passo con una donna con cui flirto da 12 ore?
Bravo Gionata, complimenti!!!!!!!!!
Gay di merda…
Così io e Sarah ci ritroviamo seduti a tavola, con tutti gli altri. Lei adesso ha tolto la giacchetta e mostra le sue spalle abbronzate.
Noto Jonathan che la scruta.
Hai visto che spalla c’ha questa? – faccio io
Ho visto, ho visto – risponde lui senza toglierle gli occhi di dosso
Di che parlate voi due!? – chiede lei appena se ne accorge
Niente niente – farfugliavamo…
Così la serata finisce con Gael e Charlotte che fanno le porcate in bagno.
Jonathan che va a letto prima di tutti.
Io che mi chiudo in tenda con Miriam per parlare fino alle 4.
E Sarah da sola in tenda…
Accidenti alla maiala della miseria cane!!!!!!
GayGayGay come il Putrino!
eh si, hai ragione….
Se ti metti a cadere per terra per ogni persona che ha delle “aspettative sul viaggiatore Gionata Nencini” ti tocca fare il giro del mondo strisciando.
Per la cronaca, per le persone a cui ho parlato di te, sei:
1) un pazzo;
2) una barzelletta;
3) un essere mitologico metà uomo e metà transalp.
quoto la 3!!!!!!
ahahahhahahhahahahahaahha
sono un gionatalp!!!!!
o un GionSalp!
o un Transnata!
io opto per il transnata!!!!!! Visto che ti sei appena fatto scappare Sarah, ora vado al 10 febbraio e spero di scoprire good news XD!!!!!!!!!!!!! GAYYYYYYYYYYY
Sarah mi ha scritto ieri che é un bolivia con un’italiano!
oh yeah