Bolivia, ti amo! Piano…
Dovreste vedermi in faccia…
Mi trovereste arrossato, con la voce entusiasta e con le mani che non si fermano piu’. La più grande sorpresa, il più grande piacere per un viaggiatore, e’ quello di scorpire dietro l’ennesima curva, un mondo che sognava e di cui non conosceva l’esistenza.
Entrando dall’altipiano, sull’asfalto netto che taglia in due le vette innevate dell’ovest, avevo trascurato l’idea della scoperta e della sorpresa. Avevo pensato che senza soldi, senza tenda, senza la cortesia degli idigeni, tutto quello che mi aspettavo dalla Boliva, sarebbe svanito fra un tedioso e gelido km e l’altro, diretto con amarezza verso il Peru’, verso una terra diversa, magari migliore.
Problemi di aspirazione per la moto sopra i 4000 mt. Freddo. L’inpenetrabilita’ della gente di La Paz, il suo traffico, la sua caoticita’.
“Voglio andarmene da questo infermo” – pensavo con il motore super caldo e la ventola che non funziona.
Compro una mappa da 1.5 euro in una libreria e decido di addentrarmi nel cuore della Bolivia, li dove si ritorna a bassa quota, le rute nazionali si diradano e dirigono in 3 direzioni diverse.
Alle mie spalle c’è La Paz, la neve che è caduta la notte prima e le ore insonni passati in un allojamento de Lo Alto, dove le coppiette venute a scopare, gemono per i soliti patetici 5 minuti e poi se ne vanno soddisfatti sbattendo le porte.
3 ore, gente. 3 ore… Lo Alto, Battallas, Achacachiu e poi, finalmente, inizia lo sterrato.
Sono partito alle 10 del mattino, con -3 gradi e all’ora di pranzo, ce ne sono 25. Tolgo tutto l’equipaggiamento da inverno, lego la giacca alla borsa da sella, tolgo il casco e mi tuffo in un sogno che mi riporta indietro di anni e km.
A volte sono in Laos, a volte in Vientnam e a volte lungo i sentieri pi’u intimi che nascondono gli appennini toscani. Gli odori di sterco bovino, la polvere che solleva la ruota posteriore, i tornarni con cascate che formano piccoli ruscelli da attraversare e le persone che camminano accompagnati dai loro animali, sono solo alcune delle cose che mangio ad occhi aperti.
Mi batte il cuore e per una volta, la prima volta da quando sono partito per questo Tour Panamericano, mi scopro emozionato e quasi prossimo alla commozione.
Le cose esposte al sole, sembrano bagnate di luce e risplendono con una radiosa armonia. Le mosche che sbattono sulla mia faccia, le pietre stondate che mi fanno perdere la traiettoria e le curve strette si ripetono e mi rallegrano come un bambino. E sento che oggi sono felice.
Scatto foto in continuazione ed un sacco di bei video. Guadi, abitanti del posto e tutto si accompagnia con i sorrisi dei locali e la loro curiositá. Il sole sembra fare un certo effetto alle persone. Sugli altipiani sembra di essere in un altro paese.
Arrivo a Sorata a notte appena iniziata, con una bella ragazza che mi sorride da un balcone.
“Posso dormire a casa tua?”
Risponde con un sorriso e si propone di accompagnarmi in una pensione. Si chiama Amelia ed è maestra. Dirvi che è bellissima è inutile…
Il mercoledì il tutto si ripete e passo la notte a Marpiri, giocando a calcio con 15 boliviane affiatatissime, nel ruolo di portiere. Mi fanno 2 gol.
In Bolivia, per fare 100 km, con questi sentieri ricchi di vegetazione, case di paglia e sorrisi sorrisi e sorrisi, mi ci vogliono 7 ore.
Oggi sono partito da Marpiri alle 10 del mattino, con 30 gradi e sono arrivato a Guanay, a 100 km di distanza, alle 17. E credetemi, non andavo nemmeno troppo piano.
Ci sono un macello di cose da vedere, e cose da fotografare. Tutto qui è bellissimoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
Prima di arrivare, ho rotto il supporto del telaio che tiene il quadro stumenti e le carene frontali. Un fabbro mi ha chiesto 2 euro per saldarlo e così ho appuntamento domani alle 7 di mattina, per fare il lavoro.
1.5 euro di allojamento e gia’ sono in trattativa per comprare una tenda, perchè quello che credevo sarebbe stato un inverno boliviano freddissimo da consumarsi in allojamento, è in realtà un’estate calda umida durante la quale accamparsi nella Jungla.
Qui la jungla esiste davverooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!
Non ci credooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo e l’amazzonia pureeeeeeeeeeeeeeee!
Finalmente corono il mio sogno di farmi mangiare vivo da una anaconda!!!!!!!!
Così eccomi qui, eccitato come un verginello che non ha mai viaggiato, vinto dalla bellezza della Bolivia, delle boliviane e della pluriculturalità di questo posto.
Non posso connettermi con il mio laptop, viste le strutture arretrate che dispondono di internet, ma che importanza ha!?
Statemi bene e ci sentiamo presto………………….
Bolivia ti amoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!
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ciao Gionz, non ti ho piu’ scritto per impegni vari ma ho sempre letto i tuoi posts…. che ti avevo scritto mesi fa? (se non ci credi vai a leggerti i miei precedenti posts)…..che la Bolivia era qualcosa di IMPERDIBILE!!! se hai occasione oltre ai soliti salares de uyuni, isla de sol, fatti l’ascesa al vulcano Licancabur. Niente di difficile (e’ come fare una camminata ad alta quota) ma dalla vetta hai un panorama unico (scegliti Macario come guida alpina).
dalle foto direi….. sticazzi….
mi raccomando abbonda di foto e video, occhio alla jungla che è pericoloso e la sera mettiti la felpina che fà freddo XD
ps=hai ancora bisogno/voglia di un cameraman ?
ma la foto che appare in cima alla newsletter l’hai scattata te?!?!?!? allora ci credo che stavi per commuoverti!!! che posto!! vivo ed immenso
é bello sentirti ancora felice e contento di viaggiare dopo tanti km fatti! Sei una bella persona.