Da: http://www.ilreporter.com/partire-per/il-viaggio-non-e-il-mezzo
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Abstract:
Partire per si interessa a ciò che sta alla base del viaggio ed alla necessità di condividerlo per smentire i preconcetti socio-mediatici secondo i quali, al di fuori di casa nostra, il mondo sia pericoloso ed il viaggio rappresenti un rischio inutile cui sottoporsi.
Le routine cui ci sottoponiamo oggi, generano attorno a noi centinaia di punti “A” e “B”. Casa-lavoro, ufficio-benzinaio, banca-supermercato. Li mettiamo in collegamento con il nostro spostarci, coprendo decine di chilometri ogni giorno e disabituando quella sensazione di presenza che ci rende consapevoli del qui ed adesso.
Anche un viaggio ha un punto “A” e “B”, ma differisce dal mero spostarsi, per il semplice fatto che questi due punti coordinate, coincidono con il luogo di partenza del viaggio stesso. Se da un lato questo deluderà i più romantici, dall’altro sono certo entusiasmerà i viaggiatori cui vedono al mondo come a quell’infinità di strade ed incognite quali il disconoscere la meta del proprio viaggio.
Se dovessimo semplificare l’arte di viaggiare in una manciata di fattori, sarebbe intelligente riferirsi a quei denominatori cui il viaggio dipende e senza i quali, un viaggio non può avvenire. Salute del viaggiatore, tempo impiegato, mezzo scelto ed infine la filosofia che anima il viaggiatore.
La rubrica di Partire per si interessa soprattutto a ciò che sta alla base del viaggio avventura ed alla necessità di condividerlo per aprire nuove strade culturali e smentire i preconcetti socio-mediatici secondo i quali, al di fuori di casa nostra, il mondo sia pericoloso ed il viaggio rappresenti un rischio inutile cui sottoporsi.
Per “Il Viaggio non è il mezzo”, si affronta subito una enorme controversia istituzionale. Il viaggio avventura, come accennato nel primo articolo, è motivato dalla scoperta stessa e da quell’approccio umano ed umile che fa della strada la più bella scuola di vita. Affinché un viaggio educhi il suo viaggiatore, è importante concedersi alla strada con una certa passione e dedizione.
Il mondo appreso a piedi, in bicicletta, in autostop, in moto ed a cavallo danno sicuramente risalto a quella gradualità con cui lo percepiamo ed alla conoscenza di esso attraverso i cambiamenti paesaggistici, climatici, linguistici, culturali e religiosi. Se piove, il viaggiatore si bagna; se tira vento, egli ha freddo. Non è possibile bypassare il fattore avventura, quando viaggi.
Vediamo già abbastanza TV, oggigiorno, il che rende l’assimilazione del mondo e ciò che realmente è, un’esperienza fredda, inumana e poco credibile. Un viaggio in auto, treno, aereo, nave e bus, non sono poi che un’altra porzione fredda di TV, dove chi si sposta attende l’arrivo a destinazione con un libro fra le mani o musica nelle orecchie.
E’ la sensazione di presenza che manca ed, inevitabilmente, anche l’assimilazione di tutto ciò che scorre fuori da quel finestrino od oblò di classe economica. Il concetto di viaggio lascia il posto al passivo spostarsi ed il trasporto usato, palesa quanto il mezzo non sia il viaggio.
E, raggiunto il punto “B”, ci sarebbe da chiedersi cosa si sia realmente appreso del mondo e se non ci si ritrovi a vivere la medesima routine cui faremo ritorno dopo qualche settimana di lusso in una città estera lontana da casa nostra.
Uhmmmm…. Perdonami ma dal punto di vista dialettico il discorso non è proprio impeccabile. Sottolineando come in assenza di un finestrino il viaggiatore si trovi direttamente nella scena (Pirsig), quello che comunichi è che il mezzo, o meglio il tipo di mezzo, diventa una componente fondamentale del viaggiare. 😉
Ti amo.
Ti amo anche io.
L’importante è che si capisca che considero alcuni mezzi nobili, fondamentali del viaggiare.
Come ho detto nel videblog, é sano ed importante avere un’idea soggettiva delle cose.
Pirsig ed io avviamo la nostra.
;-P
Ma la metti o no ‘sta sezione in cui ciascuno dice la sua su viaggio, moto e benzinaia???
quello che apprezzo di certi viaggi è ciò che si impara calandosi nelle realtà che incontriamo, non come turisti di passaggio che passano e spariscono, mi piace il fatto di diventare cittadino del paese che sto visitando, prendendo alcune cose e dandone altre,
tante volte sono partito con un idea sbagliata del paese che andavo a scoprire e spesso è proprio l’affidarsi a ciò che sentivo alla tv (citando heinlein:”scatola delle cazzate”) 🙂 che mi dava un’idea distorta della realtà.
Io ho completamente cambiato approccio col turismo dopo essermi perso di notte tra le strade della periferia di Stoccolma.
E’ stata un’esperienza illuminante. Mi ha fatto capire molte cose sul sentirsi parte della città che si sta visitando.
o quella? avevo risposto e il mesaggio è sparito…nooooo vattelo a ricordare.
comunque dicevo che a me piacciono i viaggi nei quali non si è dei turisti di passaggo, ma durante i quali ci si cala nelle realtà che incontriamo prendendo qualcosa e lasciando qualcosa.
spesso sono partito con dei pregiudizi sul paese che mi avrebbe ospitato, la maggior parte dei quali mi erano stati dati dalla tv (heinlein la chiama scatola delle cazzate 🙂 ) solamente dopo ho capito.
vado a vadere se ritrovo l’altro commento…
ops fai conto che abbia messo il mio nome vero david al posto di dekk
è interessante la teoria dei punti A e B che percorriamo tutti i giorni, ma la realtà è che questi punti sono pochissimi e spesso si limitano a casa-lavoro. C’è uno studio in proposito sui nostri comportamenti fatto con le tracce che lasciano i nostri cellulari che lo dimostra. casa-lavoro. i nostri cellulari, la scatola delle cazzate, e la tecnologia che serve solo a distrarci mai a liberarci.
anzi non che serve solo a distrarci ma che viene utilizzata a tali scopi…
L’80% della nostra tecnologia è fatta per distraci….le cose veramente utili se si guarda sono poche
Ed il restante 20% è utile ma non indispensabile. Ma tanto prevedo che con la crisi e con il progressivo esaurimento di combustibili fossili dovremo dare una bella calmata alle nostre abitudini. Con conseguente riduzione del livello di distrazione dovuto alla tecnologia.
O almeno spero. W la vita di 100 anni fa!
Ciao Gionata,
come sempre ti sollecito, eheh, mi sa che quì si batte la fiacca, niente foto, niente racconti spassosi, nulla di nulla.
Ma ti rendi conto che hai un pubblico da soddisfare !
Un grande abbraccio.
Fabrizio
Sono infortunato Fabrizio, non posso muovermi…..
;-(
Sto nel frattempo lavorando ad un nuovo video, che celebra il mio quarto anno di viaggio. Lo manderò in anteprima ai donatori, quindi a te ne spettano 10 copie!
;-P