Questo è un post programmato che ho scritto due giorni fa.
Terzo giorno. Inizio bene e continuo male.
E quando faccio un errore, se non sono sereno, comprometto tutta la buona volontà con cui sto lavorando.
Devo saldare la wingrack della gici ed una delle staffe, ma non mi rendo conto che sono di alluminio. Appoggio l’elettrodo per l’acciaio e faccio dei fori enormi sulle due parti da saldare, accusando una certa frustrazione e rabbia.
Lascio perdere e mi dedico alla sverniciatura della marmitta che e`arrugginita in più punti. Non ho trovato una vernicie resistente ad alte temperature e so che questo nero opaco protettivo seccherà i pochi giorni e verrà via, ma per lo meno fare un lavoro che sembra pulito mi tranquillizza.
Seguo con l’addrizzamento del telaietto del fare, che è di acciaio durissimo e non si piega nemmeno con le martellate. Se batto nei punti piegati, invece di modificarsi e ritornare nella posizione di prima, si spezza. Allora lascio perdere e mi dedico a delle rifiniture inutili.
Ho comprato in cittá per un paio d’euro un nuovo tubo benzina che porti combustibile dal serbatoio al carburatore e ci ho aggiunto un piccolo filtro benzina per moto.
Ho comprato le fascette metalliche con vite e mi gestisco come posso per far combaciare i diametri e far un lavoro pulito e preciso.
Sono seduto davanti alla moto, come piace a me.
Sembra una di quelle scene d’ospedale dove il dottore siede accanto al paziente per una diagnosi o una scopia dei polmoni.
L’odore inconfondibile della moto, e dei tanti anni di km e pioggia entrano nel mio naso durante i lavori ravvicinati al carburatore ed i cablaggi del clacson. Inizio a preparare il faro e le plastiche perchè ho portato il generatore ed ho il trapano pronto.
Però la verniciatura a più riprese del finale della marmitta dilata i miei tempi e le pause mi fanno perdere il ritmo dei lavori.
Ho con me gli attacchi givi maciullati dalla mia pessima saldatura e comincio a pensare che sarebbe intelligente andare in città e chiedere a qualcuno di fare la saldatura per me, magari pagando.
Così nel pomeriggio, armato delle cose che devo comprare per seguire i lavori e degli attacchi givi, propongo a Steve di andare in città per un po’ di moto shopping.
Dai vieni, ti offro un gelato!
Ok, ok, se mi inviti per un gelato non posso rigiutare.
Ce ne andiamo da familia feliz sulla honda bross bianca 150 della scuola, armati di uno zaino dove dentro ho i panni da lavare ed i ricambi da comprare in città.
Il saldatore mi chiede 100 bolivianos (10 euro) per le due saldature e sono così felice di vedere che, nonostante il danno che ho causato con la mia pessima trovata, lui mi garantisca che si possa ancora riparare.
Una saldatura forte, hermano – faccio io
Si si, non ti preoccupare
Così il resto dello shopping in città è quasi un sollievo e fermarsi a mangiare un gelato e a vagabondeggiare è un vero piacere.
Quando torniamo a casa sono le 22. Sono tutti a letto.
Steve mi dice di preparare il pc che ci guardiamo un dvd e così vado in casa ad aspettarlo.
Il computer non c’è. L’hanno rubato:
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