7 e 30, suona la sveglia. Sulla parete della piccola stanza che ho preso ci sono 3 ragni giganteschi. Controllo il laptop a carica dalla notte e vedo che non carica più ed anche se assonnato, una parolaccia mi esce lo stesso. Ho ancora il laptop in mano e vedo un ragno avvicinarsi a tutta velocità alla mia mano e cadere al suolo pochi secondi prima di mordermi su un polpastrello, grazie ad un movimento repentino ed istintivo che non so da dove mi viene fuori.
Non ci penso su e mi alzo e vado al bagno, faccio colazione e mi preparo a salire al parcheggio con tutte le borse. Ho scoperto il problema alla batteria troppo tardi ieri per mettermici sotto per cui l’unica soluzione che ho trovato, resume dagli 8000 senza accensione nel 2009, è stata quella di parcheggiare in discesa. Carico le borse al primo viaggio, scendo in seconda ed il motore parte. Lo lascio acceso in folle davanti all’ingresso dell’hotel e scendo di corsa a prendere le altre borse, sperando che il motore non si surriscaldi.
Ho pagato ed ho ritirato i vestiti a lavare che ovviamente non sono puliti come vorrei. In Bolivia, invece di pagare 40 bolivianos per farli lavare a mano dagli altri è meglio se te li lavi a mano da solo.
Mi metto la tuta il casco e con una certa seccatura per questo ennesimo problema alla moto mi incammino in discesa verso il centro e poi fuori da Coroico, in direzione benzinaio. Il sottocoppa in alluminio vibra perchè mi si è rotto un bullone portante ed il cavalletto centrale è alla frutta e cigola e sbatte da tutte le parti, specialmente adesso che mi è partita una molla.
C’è qualcosa che mi fa profondamente incazzare di tutti questi rumoretti e cigolii e spero di avere un momento, non so fra quando, per stringere tutti i bulloni e riparare il cavalletto affinché la moto smetta di chiamare l’attenzione di tutti i presenti ogni qual volta guido fuori dall’asfalto.
Faccio benzina, controllo l’olio, spingo la moto in discesa e sono di nuovo in marcia. Il sole è alto e ci sono 27 gradi, ma a 90 Km di salita troverò La Paz ed i soliti particolari dell’alta quota: freddo e scarburazione. Per lo meno la pulizia del filtro dell’aria K & N che ho fatto ieri ho provveduto a farla come un professionista e adesso la risposta del motore e del carburatore è divina. Ho ancora resettato la carburazione un po’ più magra per i prossimi km ad alta quota per cui si sente tutto al posto giusto.
Per lavare il filtro mi sono messo online ed ho visto il video del lavaggio con il kit K & N ed anche con prodotti domestici. Io ho scelto quello fatto con detergente in polvere per i panni, lasciato il filtro a bagno maria dentro per 40 minuti, sciacquato, cambiata l’acqua, lasciato dentro ancora a bagno maria con altro detergente e poi sciacquato benissimo. L’ho messo al sole per una ora, si è seccato perfettamente e poi l’ho spruzzato omogeneamente con olio da filtro (che avevo con me) e l’ho lasciato penetrare per una ora. Visti i km che metto su ogni settimana e l’alta quota dove mi trovo sempre, vedrò di fare questo servizietto ogni settimana durante l’internet day.
Per cui arrivo a La Paz senza problemi e trovi il modo di ritornare sulla statale il che mi salva un bel po’ di tempo e km. Prendo per Achacachi come feci nel 2009 e svolto per Copacabana, quando il cielo è già pieno di umidità e pioggia. Arrivo all’imbarcazione che non piove ancora anzi c’è il sole e attraverso il Titicaca con 10 bolivianos prima di arrivare alla frontiera con Perù.
Al mio arrivo appare Copacabana in lontananza in tutto il suo splendore, ma so già che non è altro che una Coroico bagnata dal lago Titicaca.
Arrivo alla dogana boliviana ed esco rapidamente incrociandomi con un paio di ragazze con zaino in spalla che hanno un aria disinvolta e spudorata. Una, la più alta, mi grida che mi ama e che vuole che la porto con me. Avanzo verso la dogana peruana ridendo e me le lascio alle spalle. Il doganiere mi ha detto che sono cilene e qualcosa mi fa pensare che se non si tranquillizzano, una delle due dogane potrebbero far passare loro un brutto momento. Non è mai una buona idea chiamare l’attenzione così in dogana, specialmente se vieni da un paese che storicamente ha sottratto territorio e ricchezze ad entrambi i paesi e vieni a spendere i tuoi facili quattrini qui fuori.
Faccio i fogli per l’ingresso in Perù e le due ragazze, arrivate a piedi, arrivano inevitabilmente allo sportello da cui sto uscendo. La più alta si fa avanti e mi di dice che verrà con me in moto. Chiedo di dove sono e dicono Calama, la città del nord dove ho vissuto nel 2009 quando avevo problemi al filtro dell’aria.
Le osservo bene e dall’atteggiamento che hanno in generale non mi meraviglierei se fossero due stripper di uno dei tanti caffè erotici che ci sono in Calama ed in qualunque città mineraria del nord. Guidato da questa intuizione comincio un gioco di parole:
Ah non sapevo che adesso viaggiavi con me in moto, comunque no dai sennò poi ti innamori
Non mi innamoro tesoruccio, ci divertiamo assieme e basta…
Mannaggia viaggio da tanto tempo che mi sono dimenticato come ci si diverte con le ragazze come te
Dai un bacetto e basta
Ma dove andate?
In una spiaggia del nord del Perù
Vi siete portate dietro tutta la casa
E la conversazione muore lì, mentre scendo le scale dell’ufficio in cui ci troviamo e mi dirigo allo sportello della dogana per compilare l’importazione temporaria della moto.
Quando metto la prima ed entro nel paese la ragazza di prima mi grida di nuovo ti amo e dallo specchietto vedo che le vecchiette tutte attorno crepano dalle risate. Arrivo a Puno un’ora dopo, totalmente demotivato dal passare una notte qui e vado in centro solo per prelevare dei contanti e continuare chissà dove. Due poliziotti della piazza mi danno un occhio alla moto ed al mio ritorno mi danno qualche dritta sui posti in cui accampare. Non mi convincono ma ringrazio lo stesso, avanzo di qualche km e vedo un ristorantino localissimo che vende una cena completa per 2 soles. Entro, mi siedo, ordino, mangio, pago, ringrazio con gusto e me ne vado in strada che è già notte in cerca di un campo dove accampare. Sono sopra i 4000 metri ed è la prima volta che accampo a questa altitudine. Sono emozionato e preoccupato che il freddo vinca il mio equipaggiamento da campeggio Quechua.
A pochi km fuori da Puno si apre la pampa con i campi pieni di cacca di vacche. Non si vede niente, ma il faro della moto mostra un sentiero fangoso e un campo di erbetta bassa tutto attorno, con lucette di case in lontananza. Parcheggio, monto la tenda accompagnato dai cani che in lontananza mi promettono vendetta e mi infilo dentro.
Poi mi ricordo che se la batteria non si è caricata nemmeno dopo tutto il giorno di guida, sono fottuto.
non vorrei dirti una cazzata, ma non si asciuga il filtro al sole!! Si secca e crepa la gomma!! Un abbraccio socio.
c0hai ragione anche te, però dovevo asciugarlo bene prima di ripartire e pioveva di tanto in tanto per cui o sole o niente. ciao