Da quello che abbiamo detto ieri notte con i ragazzi, l’Alaska starebbe a due settimane da dove mi trovo. Sembra quasi impossibile, ma loro ci sono stati in moto un paio d’anni fa e me lo garantiscono.
Certo – dicono – noi andavamo con un po’ di fretta, tu prenditi il tuo tempo, che più tardi arrivi e meno freddo trovi
E’ quello il problema! – dico io – non volevo arrivare per vedere la stessa Alaska che vedono tutti, io voglio arrivarci con la neve
Ah beh allora…
Così dopo averci dormito sopra e dopo averne parlato con Ylenia che da casa mi segue ogni giorno, mi decido:
Arriverò in Alaska prima che si sciolgano le nevi!
Ma prima ci devo arrivare in Alaska e sono appena entrato in Messico. Ho una moto con un problema al freno posteriore, ho un ferry da prendere, ho la baja california da vedere, ho da entrare negli Usa, ho da ricevere la patente internazionale, ho da entrare in Canada e di strada ce n’è ancora tanta da fare. Iniziamo per passi.
Dopo aver salutato Luis e Hernan ringrazio affettuosamente per tutta l’ospitalità e mi incammino verso Tuxla Gutierrez, sperando di non trovare più dossi lungo il mio cammino. Dal timore prendo pure l’autostrada ed arrivo alla grande città in un batter d’occhio. Vado in cerco di Honda, mi perdo varie volte ma alla fine la trovo. Sui due pezzi di ricambio che cerco (la molla delle pasticche freno ed il perno di scorrimento delle pastiglie freno) non ne hanno nemmeno uno e da quello che capisco non hanno mai avuto nemmeno nessuna delle Transalp prodotte fino ad ora. L’unica cosa che riesco a portare via, preparandomi per il prossimo tagliando è un filtro dell’olio per la TA700 che per soli 10 dollari, vale la pena comprare anche se non è quello giusto, perchè se lo è meglio avercelo!
Non ho pranzato per cui mi fermo in una sorta di autogril dove mangio due o tre cose, bevo un caffè e faccio delle chiacchiere con uno dei presenti. Fra le cose che dice menziona un posto chiamato La Ventosa, che visiterò fra poco. Secondo lui il vento è talmente forte che addirittura i camion soffrono degli incidenti, figuriamoci le moto. Per niente intimorito gli dico che il vento forte l’ho provato in Patagonia e che non credo quello della Ventosa sia così terribile, ma lo terrò presente. Prima di uscire dal posto scopro in uno scaffala qualche rivista e rimango molto colpito dalla non censura che viene usata in un piccolo libretto in bianco e nero chiamato alerta che ha anche una pagina internet. Sfogliando fra le pagine che raccontano varie storie di recenti crimini ed uccisioni causati dal narcotraffico, vedo la gola scozzata di un giovane, una donna morta nuda e stuprata ed uno preso ad accettate. Chiudo e un po’ perplesso rimonto in sella…
Riparto e secondo le indicazioni di Miguel e gli altri Oaxaca è una bellissima regione da fare in moto. Lascio Chiapas poche ore dopo, dopo curve su curve fra le crinali di tutte le montagne di cui è ricca e la strada si riavvicina al mare e da lì continua come fosse una super strada. Sono in riserva e sta calando il sole, da lontano si vedono centinaia di eliche dei centri eolici e proprio dietro di loro il tramonto ha dipinto l’orizzonte di una rosso sangue intenso. Poi cala la notte e quello che riesco a vedere sono i cartelli che dicono che La Ventosa è vicina e la penombra mostra gli altissimi mulini bianchi dei centri eolici circondarmi come giganti silenziosi, mentre avanzo in questa notte scurissima. Non c’è luca e devo assolutamente trovare un benzinaio però intanto le raffiche di vento aumentano ed aumentano ed arrivano ad una intensità che non avevo mai provato, nemmeno in Patagonia.
Le spinte sono talmente repentine e violente da spingermi quasi completamente nell’altra corsia o fuori strada per cui abbasso la velocità, metto un piede giù ed avanzo un poco intimorito da questo inaspettato vento!
Scappo fra le dune su una strada che sembra portare ad una stazione di servizio, faccio il pieno e preseguo fino a lasciare anche il vento dietro di me e la strada comincia a salire di nuovo, lungo le montagne ed è un vero peccato fare questa strada adesso, di notte, perchè sembra essere molto bella e panoramica. Cerco un posto dove cenare e ricaricare il cel, sono già le 22:00 e voglio andare a letto prima di mezzanotte, per cui dopo cena ordino una tisana, mi rimetto in marcia e trovo un posto mezz’ora dopo, fra i cactus, ma la vicinanza con la strada principale è troppa e ritorno a cercare. Trovo così un viottolo in discesa, mezzo sterrato e mezzo di sabbia. Scendo con qualche difficoltà e scopro di essere entrato in un cantiere. Mi fermo, spengo la moto, aspetto e non sento nessun rumore. Ancora una volta, mi dico ad alta voce:
Ma chi tu voi che venga qui, ven via…