14 Febbraio 2013
E’ tutto finito. Me lo sento. Da ora in avanti non più cadute, rotture moto, cambi monetari svantaggiosi, climi terribili, ketchup nei panini ecc.
I problemi si superano iniziando con le soluzioni che si possono proporre e poi si avanza a piccoli passi. Per cui dopo una doccia mattutina che elimina l’appiccicaticcio della tenda e le caccole dagli occhi, vado subito a fare colazione, mangio e bevo il caffè con calme e poi inizio a guardarmi in torno. Faccio il rabbocco olio con attenzione, controllo la catena, corona e pignone e poi noto che c’è una officina meccanica al lato del ristorante dove ho mangiato. Prendo l’iniziativa e chiedo quanto mi costa fare una saldatura. Il ragazzo vuole vedere il lavoro da eseguire e poi mi spiega che per 10 USD mi aiuterà.
Ma prima ce da fare leva sui telaietti delle staffe che sono evidentemente storti. Come fosse un macigno, uso una spranga per fare leva e riesco a far tornare le due staffe del Givi PL parallele fra loro, un colpetto qui, una martellatina lì ed anche il Porta Attrezzi in alluminio è al suo posto. Fortunatamente è di buon materiale ed il tappo con chiave non si è modificato per cui si apre e chiude benissimo. Nel togliere la sella per fare le saldature dietro alle staffe scopro che il porta relè da 30A che alimenta tutto il quadro e le luci della parte frontale della moto si è fuso a causa dei vari sbatacchiamenti ed infiltrazioni di acqua per cui vado a comprarne uno nella ferramenta al lato e faccio la riparazione isolando il tutto con le termo restringenti ed il nastro isolante.
Non sono un meccanico provetto nè tanto meno un elettricista, ma ho imparato che se mi sforzo e mi impegno riesco a fare dei lavoretti che durano nel tempo, altrimenti sono lì a metterci le mani ogni 2 settimane.
Sono pronto. Pago, rimetto la sella e le carene, faccio un test, il quadro funziona assieme a tutti gli strumenti e le staffe della Givi sono di nuovo diritte e solide. Metto le borse e riparto con il fresco del vento che mi toglie di dosso il calore accumulato. Sono ancora convinto che valga la pena arrivare alla fine della strada per cui continuo verso sud seguendo la linea rossa della mia mappa. E passo per controlli, posti di blocco, paesini, comunità e senza rendermene conto sono già arrivato. Ho la catena che è già secca e fa un casino indecente, ma adesso è il momento di entrare in Yaviza e scoprire dove cavolo continua la strada da qui.
La domanda trova la sua risposta poco dopo. C’è un enorme fiume color terra che bagna le due sponde di questo paesello seduto sul gomito della riva ed il fiume è attraversato da un lungo e solido ponte elevatoio con suolo metallizzato. Sto per attraversarlo di nuovo come nel 2006 con la SportCamera accesa ma un signore mi dice che se mi becca la polizia sono cazzi.
Per cui ci vado a piedi, faccio una foto, muoio dall’invidia nel vedere un gruppo di ragazzini che fanno il bagno gettandosi in acqua da un muro altissimo (mentre io muoio di caldo) e quando il mio dubbio sull’esistenza o no della strada fino alla Colombia si è colmato, faccio retrofronte e torno verso nord. Guardo la mappa e decido di rimanere vicino a Panama City per cercare i ricambi domani, ma non troppo vicino per cui la strada che porta a Kuna Yala e le belle spiagge del golfo di San Blas mi sembrano la opzione migliore.
Ripasso dal posto di blocco, mi controllano di nuovo se sto trafficando armi o draga e sono fuori dalla regione del Darien.
Faccio un pieno benzina rimpiangendo i tempi del Venezuela e dopo il lago dove ho dormito ieri imbocco la strada per Kuna Yala. E che strada ragazzi, una delle più divertenti che ho fatto in vita mia. Immaginatemi tanti poggi verdissimi e con palme da cocco fra i quali è stata costruita una strada asfaltata tutta curve e con sali scendi insidiosi. Scendi velocissimo e c’è una curva stretta e poi risali e anche se non vai rapido ti viene il cuore in gola.
Fotonico!
Ad un certo punto però, proprio mentre assaporo l’odore di salsedine nella mia mente ed una notte accampando in spiaggia, arrivo ad un cancello. Rallento in lontananza e 3 uomini senza uniforme si alzano per farmi cenno di frenare e quando riesco a leggere cosa dice il cartello, non ancora fermo, vedo che si pagano 10 USD per entrare nella regione. E’ dire che se tu vieni a trovarmi a Campi Bisenzio da fuori Toscana, quando entri nella mia regione devi pagare 10 USD. Assurdo.
Ma mi fermo e saluto.
Salve…
Di dove è?
Italiano
E la moto?
Italiana
Per entrare signore deve pagare 10 USD.
Ok
E 3 USD per la moto
(si certo e 1 per il casco e per gli stivali e 5 per la gran troia di to ma quella puttana – penso) Io nel cartello vedo scritto solo che l’entrata è di 10 USD. Se lei mi mostra dove sta scritto che la moto paga 3 USD glieli dò altrimenti lei da me, oggi, non becca nemmeno un dollaro
(intanto il terzo signore capito il tono della conversazione si alza e si avvicina, ma la cosa che mi fa incazzare e quello che mi parla che alla mia risposta mi ride in faccia)
Bene, come vuole lei, allora da me oggi prendono 0 USD
E accendo (preoccupando il terzo uomo che crede che sgattaiolerò dentro), faccio inversione e me ne vado. Ma ho una rabbia talmente grande dentro di me che invece di assopirla e rovinare la bella giornata che ho avuto, alzo la visiera del casco modulare e comincio a gridare come non facevo dai tempi dei poghi al Cencios. E mentre nella vallata verde smeraldina e pacifica si sente qualcosa simile a Jonathan Davis in un concerto, voglio che questi 3 stronzi si ricordino che non tutti i visitatori siamo imbecilli ed anche se tu hai i tuoi motivi per inventarti biglietti di ingresso io ho i miei motivi per esigere il tuo rispetto.
E vaffanculo!
Da quel momento in poi perdo il momentus della mia buona giornata. Vado da per tutto e mi rimetto in città e fa caldo, e c’è la fila e finisco con il cenare in un MC Donald e non c’è internet per cercare il negozio Honda per l’indomani e sono praticamente in centro e non posso accampare per cui faccio 40 kg avanti ed indietro per arrivare di nuovo al fiume Mamoni e trovare un posto per accampare.
Sulla via del ritorno però, giusto per darmi la gioia di pensare ad altro, trovo un Do It Center dove entro e gioco a cercare cose che mi servono ed anche se non posso comprare tutti gli attrezzi che ci sono dentro trovo una dry bag da 30 litri perfetta per metterci dentro il computer ed anche un liquido per riparare punte a materassini gonfiabili (come il cuscino gonfiabile Quechua che ho forato da tempo).
Arrivo al fiume che è buio pesto e non so se ci sono altre persone per cui faccio un giro perlustrativo. Ma il posto è ok, il fiume è tutto per me e fra una doccia notturna tutto nudo nell’acqua ed un pensiero alla mia ragazza Ylenia che festeggia San Valentino senza di me, vado a letto con la tranquillità giusta per l’indomani! Approfitto per provare subito il liquido tappa buchi e funziona per cui ho anche recuperato il mio cuscino e vediamo se questa volta dormo bene, mannaggia.
C’è solo quel maledetto cane che abbaia, i frutti dell’albero sopra di me che cadono e un termitaio che mi sta mangiando vivo ma va bene.
Del resto sono fatto così.
Ma il video della goduriosa stradina???
quale esattamente, ho dimenticato qualcosa?
Come quale??????
Dopo una descrizione cosi!!!!!!:
VOGLIAMO IL VIDEOOOOOOOOO!!!!!!!!!!
E se non l’ hai fatto torni indietro!!!!!!!!!!
;P