22 Febbraio 2013
Di notte leoni….
E la mattina….
Mi sveglio così, con Antonio che bussa alla porta della camera che mi ha dato e mi dice la prima frase ed io, gonfio e stanchissimo rispondo con la seconda. Impacchetto tutte le mie cose, vestiti puliti, camera e gli lascio una busta con delle cose che, già dalla prima settimana, non volevo portarmi più a casa.
Io vo giù a Campi a Marzo, se vuoi mandare qualcosa a casa fammelo sapere eh!
Saluto la sua famiglia, ringrazio e seduto di fianco alla moto abbraccio Antonio e gli prometto che o ci rivedremo in Italia o qui in Costa Rica, in futuro. Non penso certo di arrivare in Italia dopo il Tour delle Americhe e rimanerci per sempre. Per cui arrivo in fondo alla strada e mi incontro con Juan che sarà la mia guida per oggi. La sua Varadero l’ha decorata lui ed è proprio bella. Mi sembra di aver capito che ha una piccola ditta di grafica ed adesivi in vinile e subito penso se ai ragazzi del VCI piacerebbe questa colorazione nero opaco con adesivi gialli e bianchi.
Ci immettiamo in centro, faccio il pieno che Juan insiste nel volevo offrire e ci facciamo strada fra le auto in fila dando noia alle belle ragazze che ci passano davanti.
Oh, se quei tacchi nuovi ti fanno male ai piedi qui c’è posto in sella eh!
Oh, se sei in ritardo a lavoro ti ci porto io eh!
Arriviamo finalmente al parco dello stadio centrale dove ci aspetta Luis, l’amico di Juan che ci porterà in giro. Lui ha una Transalp dell’87 tutta customizzata. Le colorazioni sono sportive ed ha un paio di accessori che sono veramente interessanti.
Ragazzi ma voi in Costa Rica vi specializzate nel custom made o cosa?
Così partiamo, ho deciso di voler vedere prima il lago ed il vulcano e solo domani le spiagge tropicali della costa Pacifica per cui ci avventuriamo su una stradina tutta curve registrando video e facendo foto per poi prender un paio di soste su una vetta panoramica dove ogni minuto buono viene dedicato a spiegare i punti meno chiari del mio viaggio a due lettori veramente aggiornati sul mio blog e certamente curiosi. La seconda sosta è per uno spuntino e ce la ridiamo di brutto perchè ad ogni ore i due ragazzi prendono più confidenza e cominciano a sparare battute. Mentre me la rido di gusto ritorniamo alle nostre moto e senza fretta facciamo per salire in sella quando Luis estrae un quaderno, una penna e mi dice di fotografarli delle foto.
Apro e vedo due delle mie foto stampate e per un attimo mi entra una certa emozione, di quelle che non hanno niente a che vedere con l’ego se non con la gioia di ricevere tanta stima da due persone fino a poche ore prima sconosciute.
Non so come si fa un autografo per cui improvviso un po’ e facciamo anche qualche video prima di ripartire.
La strada scende, i ragazzi piegano davanti a me che spesso faccio fatica a stare al passo con tutto il peso che ho, ma lo sterrato è asciutto e buono e dove posso recupero terreno. Arriviamo ad una cascata dove facciamo qualche foto e poi è proprio il momento di cercare un posto per pranzare. Il vulcano appare pochi minuti dopo, ma il bel tempo è già andato via per cui continuiamo fino al lago finché non inizia a piovere e tiriamo a dritto senza foto ne video fino ad arrivare in un punto in cui è spuntato il sole e ci sono 4 ristoranti.
Ci sediamo, prendiamo possesso di 3 tavoli ed io ne approfitto per stendere i panni che ho lavato a casa di Antonio ma che non si sono asciugati. La cameriera sembra trovarlo divertente per cui ne approfittiamo tutti e ci togliamo gli stivali, mettiamo a carica i cellulari e monopolizziamo il luogo. Ordiniamo da mangiare e qui la cosa comincia a complicarsi. I ragazzi propongono un hamburger per cui dico alla cameriera che lo prenderò doppio, senza pomodoro, assolutamente senza ketchup e con della lattuga.
Juan e Luis ordinano anche loro. Abbiamo le nostre bibite sul tavolo e pochi minuti dopo arriva il mio hamburger che ha una fetta di pomodoro spessa come un libro di letteratura economica e ketchup da tutte le parti. Ripenso a tutte le volte in cui mi capita sta cosa e penso agli anni in cui facevo il cameriere, poi ripenso al fatto che pochi minuti prima ho consigliato alla cameriera di scriversi il nostro ordine per evitare di confondersi e, riguardando il mio hamburger sbotto.
Mi alzo, lascio il piatto sul tavolo di servizio e dico:
Io questo non lo mangio! (e intanto penso: MA MICA CI VUOLE LA LAURA IN INGEGNERIA PER PRENDERE UN ORDINE A TRE PERSONE AD UN TAVOLO CAZZO!)
I ragazzi tacciono e poi cercando di aiutarmi, offrendomi i loro hamburger o qualcos’altro.
No ragazzi grazie e scusate se sbotto, ma a me sta cosa succede di continuo e sono anche un po’ stufo.
La ragazza non ha nemmeno chiesto cosa non vada, riprende il piatto e se ne torna in cucina, con menefreghismo. E’ la madre, cuoca, che chiede ad alta voce:
Che vuole?
Non lo vuole questo
E perchè
Dice che c’è il pomodoro ed il ketchup (alche io penso che questa abbia dei problemi gravi perchè ha lei ho detto che quelle cose non le volevo)
A quel punto mi rivolgo da seduto al tavolo a voce alta alle due dicendo che ho chiesto un hamburger doppio, senza pomodoro e senza ketchup e mi è stato servito un hamburger semplice, con pomodoro e ketchup.
La signora si offre di “riparare” lo sbaglio e torno da me pochi minuti dopo con un hamburger con solo lattuga, ma a quel punto la carne è carbonizzata.
Stronzio, metto il panino in bocca e vaffanculo porca troia! Ma è possibile?
Ce ne andiamo ironizzando sulla cosa e Juan tira fuori un paio di battute sull’accaduto che mi fanno quasi pisciare addosso. Sono due ragazzi in gamba e la giornata è piacevole. Poi chiama Antonio e chiede dove siamo e cosa stiamo facendo. Usciamo dal ristorante, parliamo di tensione della catena (proprio ora che un cambio premature del kit mi ha fatto rinsavire) e regolo la tensione delle catene delle loro moto che sono estremamente lente e secche. Spruzzo del lubrificante da catena e proseguiamo fino al punto in cui ci separeremo.
Ci abbracciamo, promettiamo di rimanere in contatto e se tutto va bene, riceverò una sorpresa in Italia via posta con delle grafiche nuove per la mia moto.
Rimango solo e vado in cerca di un posto per mangiare prima di accampare. E’ relativamente presto, ho appena finito di pranzare (alle 17) e forse invece di una cena opterò per un caffè dove posso usare internet per cui ordinare qualcosa da mettere sotto ai denti ed accampare vicino al lago in un posto che mi è stato consigliato da un tedesco che vive qui.
Trovo il ristorante, ma non servono caffè. Internet è pessimo per cui alla fine metto nello stomaco qualcosa di fritto (tipica cucina da pub) e cerco di vedere qualche video di Valentino Rossi su youtube, mentre dall’altro lato leggo dei post di motoblog.it
Poi imbocco la strada per il lago, mi lascio da prima confondere da qualche cartello di proprietà privata e poi entro in un cancello che da su un bosco che costeggia il mare. C’è buio pesto, ma da quello che vedo oltre la luce dei fari la zona è bellissima, isolata, verde e porta dritto dritto all’acqua.
Potro se non altro lavarmi prima di andare a letto.
Così monto la tenda, scendo a riva, mi lavo, chiudo la zip e tanti saluti.
FELICITACIONES!!!!!!
GRACIASSSSSSSSSSSSSSSS!