22 Marzo 2013
Le Kenda che ho messo su non solo tengono un sacco sull’asfalto ma sembrano durare anche moltissimo. Secondo le revisioni che ho trovato su internet dovrei poterci mettere su almeno 20000 km. Peccato non le facciano per le 140, perchè le adotterei per farci tutto il viaggio, visto il costo poco elevato.
Ho con me dei biscotti che ho comprato ieri, una bottiglietta di latte e l’unica ambizione di arrivare oggi a San Francisco, una città di cui non so niente, ma nella quale vive una vecchia amica, conosciuta in Nuova Zelanda durante questo stesso viaggio. Io e Diana ci siamo conosciuti a casa di Mauro, un altro CS e fatte le dovute presentazioni ci siamo trovati talmente bene che abbiamo viaggiato assieme per una settimana. Io in moto, lei in una macchina a noleggio. E poi la notte dormivamo nella mia tenda. Considerando che eri ho lasciato John che non vedevo da 7 anni e che oggi dovrei rivedere Diana che non vedo da 4, potrei pensare che questo percorso negli US sarà una rivisitazione di molte di quelle persone che ho conosciuto negli anni precedenti di viaggio.
Intanto però ho la 1 da esplorare e sono proprio curioso di vedere come si comporteranno le Kenda con tutte le curve e tornanti di questa famosa e leggendaria strada lungo mare. La strada che mi separa dalla mia destinazione di oggi è poca, circa 400 km e voglio godermi i km di oggi per fare foto, video e prenderla con calma.
Ma c’è anche un’altra cosa che voglio fare, male o bene che vada:
Trovare il perno di sicurezza delle pastiglie freno posteriori e la molla che le tiene ferme su quel perno.
Dopo il problema al cuscinetto ed il tagliando in Baja California Max ed io ci siamo sentiti e grazie al suo aiuto (come cazzo fa a fare i diagnostici senza vedere la moto) siamo arrivati alla conclusione che c’era una molla di meno nella pinza del freno. Da quando sono entrato nei US l’ho chiesta un po’ in giro e mi hanno sempre detto che ce l’hanno ma in un altro centro Honda, di una altra città e così via. Non potendola ordinare per i miei ovvi motivi itineranti spero che almeno in San Francisco, grande città, riesca a trovare quello che mi serve, in un modo o nell’altro.
Perchè senza molla le pastiglie ballano tutto il tempo sul perno fino a scavare una fossetta nel perno e non scorrervi più ed il foro della pastiglia si allarga di sproposito. Non penso di voler avere sa che fare con un freno che non funziona più in Alaska quando avrò attorno a me solo neve e grizzly da evitare!
Per cui inizia la mia gincana fra le bellissime curve a strapiombo sul mare, con avvistamenti di foce, leoni marini ( da cui mi sono quasi fatto mangiare vivo in Nuova Zelanda) e scoiattoli. Il cielo è sereno, le persone di passaggio sono tutti ammiratori come me che mi aiutano a scattare foto e conversano sempre un poco prima di andarsene. Ci sono poi settori con i lavori in corso dove noto la meticolosità dei dettagli con cui negli stati unti si costruiscono opere pubbliche, ma anche il grande e forse eccessivo grado di sicurezza per i passanti come noi.
Poi è il momento di un cappuccino che è la mia scusa migliore per mettere il cellulare in carica (lo uso come logger e si scarica sempre molto velocemente). Nel luogo guardo fuori assorto dalle conversazioni dei presenti seduti accanto a me. La coppia davanti, la ragazza odiosa che dice mille volte “you know” seduta al banco con la proprietaria che l’ascolta per cortesia. Poi il ragazzo con la voce da cantante che celebra il suo compleanno con la fidanzata, che gli ha appena regalato una torta con le candeline. Passo 20 minuti così e poi ritorno in spiaggia, con il sole che apre le braccia e ti riscalda mentre la brezza del mare ti soffia un poco sotto ai vestiti.
Ste gomme sono uno sballo. Poche pretese e tante rese! Posso anche sfidare un po’ in piega e sento la moto stabile! Non male…
Kenda K761
La 1 si allontana un po’ dal mare fino a presentare le prime case che presto saranno San Francisco. Già da lontano il posto sembra una figata, proprio come si vede nei film, con quelle salite pazzesche e quegli insegnamenti polizieschi dove le auto saltano e si sbatacchiano sull’asfalto facendo scintille da tutte le parti. Scendo una rampa guidato dall’istinto e dal mare in lontananza e anche senza mappa mi ritrovo in centro, vicino al porto ed i ponti grandi, quelli che si vedono sempre.
La sensazione è molto molto positiva, sembra una città molto bella, giovane e a misura d’uomo! MI piace cazzo! Ed è anche presto per cui vado subito in cerca di un negozio di moto dove chiedere i ricambi che cerco. Non ho i nomi esatti, nemmeno i codici, ma ho la moto fuori se serve, per cui mi faccio avanti nel primo che si chiama Scuderia, dove vendono principalmente KTM e marche italiane. I ragazzi dietro la cassa sono adorabili e chiamano altri negozi per me, mi stampano mappe e mi lasciano note scritte sui componenti che sto cercando, che hanno precedentemente cercato su Google per me.
Mi mandano in un posto chiamato Mission Motorcycle che sta appunto sulla strada chiama Mission e non dista molto da qui. Per farmici arrivare prima mi mandano sull’autostrada (gratuita) e proprio sulla rampa di uscita, un po’ smarrito, mi si affianca un’auto della polizia e sollevo subito il imo modulare per chiedere direzioni. Ma la poliziotta bionda dentro mi precede e mi grida contro:
DA DOVE VIENE LA TUA TARGA?
dall’Europa
NON MI IMPORTA DI DOVE SEI TU, DA DOVE VIENE LA TUA TARGA
la targa è europea
NON PUOI CIRCOLARE IN CALIFORNIA A MENO CHE TU NON ABBIA UNA TARGA CALIFORNIANA O TI SEQUESTRIAMO LA MOTO
vuole che accosti?
NO! NON PUOI CIRCOLARE CON QUELLA TARGA QUI
ma signore (mi esce per sbaglio, invece di ufficiale che è generico le do del signore mannaggia)
NON CHIAMARMI SIGNORE!!!!!
E se ne va sgassando, ma almeno non mi sequestra la moto davvero. Stordito da questo repentino conflitto verbale con le autorità avanzo tutto perplesso fino a Mission dove la gente è estremamente disponibile. Non hanno il ricambio, ma ne hanno uno simile che mi aiutano a provare e quando gli dico che lo compro, me lo regalano!
Ma su serio?
Si si, non posso diventare scemo per un ricambio da 10 dollari e sparisci dalla mia vita!
Ma su serio?
Scherzo, però non posso fare di più.
Grazie
Stretta di mano ed ho il perno, manca la cosa più importante: la molla delle pastiglie. Perchè il perno nuovo si rovinerebbe subito senza molla, dato che le pastiglie continuerebbero a ballare. Ma la mia moto qui non è mai arrivata ed anche se Max dice che il ricambio è simile ad altre moto, non sapendo che moto menzionare, è difficile per i rivenditori avere un punto da cui partire…
Per cui vado in cerca della casa di Diana, la molla la cercherò nella prossima città. Svolto due o tre volte e trovo un negozio di moto che si chiama Tokyo Moto dove dentro hanno tutte moto giapponesi usate. Entro, spiego la situazione ed il meccanico del locale incuriosito esce con le chiavi, smonta la pinza del freno e mi dice di aspettarlo. Intanto scopro che uno dei clienti è romano, vive li da anni e lavora perla Breda di Pistoia che ha costruito varie linee tranviaria negli stati uniti. Dopo poco arriva sua moglie ed il meccanico nello stesso momento mi dice che sono pronto per andarmene.
L’hai trovata la molla?
Si, è già montata, puoi andare!
Grandissimo! Quanto costa?
Niente, tranquillo è un favore…
Ma sul serio?
Si!
E ci abbracciamo, facciamo una foto tutti assieme e pochi giorni dopo scopro anche che la moglie del ragazzo italiano mi ha offerto un pieno benzina di 50 dollari sul sito. Grande Tiffany!
Così felice come una pasqua mi avventuro per quelle strade saliscendi di San Francisco dove vedo un sacco di studenti, università, caffè carini, locali per la notte e San Francisco mi sembra proprio una bella città in cui vivere. Diana poi vive in un bellissimo quartiere. Busso alla sua porta e me la ritrovo lì davanti. Parcheggio la moto, salgo in casa, mi cambio ed usciamo a cenare con i suoi amici. Iniziamo con qualcosa di vegetariano, poi arrivano le birre, poi andiamo vere sangria in un altro pub e quando siamo ebbri cominciamo a parlare del passato, del presente, poi del passato ancora e sono quelle conversazioni che sono bella da farsi quando uno è sobrio ma che mezzi ubriachi sembrano un rimescolare vecchi ricordi confuso e senza senso. Io so che domani mi ricorderò tutto di quello che Diana mi sta dicendo e ne sarò felice, ma non so se sarà così anche per lei. Comunque sia è bello ritrovarsi dopo tanti anni e vedere che ognuno ha preso la propria strada e che le cose vanno come la vita vuole.
I ragazzi vogliono andare a ballare ma io mi stanco facilmente quando sono in viaggio e dopo l’ennesima birra sono fuori come i culi ed insisto per andare a casa a dormire, invitando gli altri a rimanere se vogliono, ma il gruppo si scioglie ed ognuno a casa propria.
Camminiamo in tre, poi il ragazzo giapponese di cui non ricordo il nome va a casa sue. In casa di Diana rimaniamo un po’ a parlare e quando mi metto a dormire so già che domani sarà dura svegliarsi presto e fare i primi km con il cerchio alla testa che mi aspetta.
Mannaggia…