26 Febbraio 2013
Ieri m’ha pinzato un vespa sul collo.
Oggi m’ha pinzato un’altra vespa sul braccio. Ma sembra che la seconda ci abbia iniettato l’odio oltre al pungiglione perchè fa un male cane!
Mi sveglio malissimo, perchè la notte è stata pessima, il luogo non era adatto, gli ubriachi circolavano e si avvicinavano alla tenda ed io mi svegliavo sempre. Nel dormiveglia sognavo cose orribili come che avevano forzato tutte le valige della Givi e mi avevano rubato ogni bene. Tutto, fotocamere, soldi, carte di credito ed anche il vibratore rosa che porto con me da 8 anni.
Fatto sta che nella notte, preso dal panico da questo stesso sogno, mi sveglio, mi metto a sedere per ricordare a me stesso che era solo un sogno e sbircio fuori dalla tenda, appiccicando la faccia alla zanzariera. La moto è ancora lì di lato a me con la borsa laterale che tocca quasi lo strato esterno della quechua, ma tra di noi si interpongono le gambe di uno sconosciuto che non fa rumore, non si muove e dio solo sa da quanto tempo è lì.
MI CAGO COMPLETAMENTE ADDOSSO!
E’ talmente vicino che non riesco a vedergli la faccia e preso dal panico emetto un suono:
OH! CHE FAI!?
silenzio…
COSA VUOI?
Contro le mie previsioni, il tizio invece di saltarmi addosso o farsi avanti con un arma o scappare con in mano qualcosa preso dalla mia moto, si allontana mormorando qualcosa di ebbrio e con la faccia impaurita se ne va.
SONO TROPPO PERICOLOSISSIMO IO – ma sono ancora elettrizzato dall’adrenalina
Poi mi riaddormento e quando mi sveglio me ne vado senza fiatare, arrivo a Granada e mi fermo a fare colazione. La città è carina, molto. Ci sono un gruppo di moto del Costa Rica parcheggiate davanti alla piazza. Una Transalp 650, una 700, Bmw, Ducati tutte moto che potrebbe aver venduto Antonio Papini di Taller Mondial. Lascio il mio casco in custodia alla reception dell’hotel e me ne vado a fare due foto a stomaco pieno e, preso da un momento di nostalgia per la mia ragazza, vado a comprarle un regalino. Uno di quelli con cui agghindarla prima dello stupro post astinenza!
Leggi leggi Ylenia e ridi ora se puoi, tanto quando ti rivedo ti spezzo le gambe a metà!
Fatta la spesa con notevoli giochi magici di negoziazioni, metto via il pacchettino e me ne vado in cerca di belle strade passando prima per la capitale (impronunciabile) del Nicaragua e poi discendendo un po il lago Nicaragua dall’altro lato, fino a che la strada comincia a salire le montagne e le curve non smettono di susseguirsi.
Prendo un gelato nella piazzetta di un paesello carino chiamato Boaco e chiedendo un po’ in giro scelgo da che parte continuare. La moto intanto continua bene, il kit trasmissione nuovo fa il suo dovere, la tensione della catena è ok ed è anche bello pulito. Avanzo qualche km e mi viene fame davvero per cui mi fermo in una stazione di servizio di Metagalpa dove sono tutti ipnotizzati davanti alla televisione che tramette il derby Barcelona – Madrid. I bianchi sembrano aver riempito a catalani di botte ed il silenzio che riempie il punto vendita della stazione di servizio è invitante quanto basta a farmi un bis di hot dog con un caffè. Poi avviene l’incredibile.
Sbirciando negli scaffali del piccolo negozio trovo due bombolette spray che attirano la mia attenzione e comincio a ridere.
BENEDIZIONE DEL DENARO PER LA CASA – 100% LEGITTIMO AL SAPORE DI FRAGOLA O VANIGLIA – SPIRITO INDIANO
Mi si avvicinano i commessi a cui spiego l’assurdità del prodotto e loro ridono con me come se non sapessero nemmeno di avere in vendita una cosa del genere. Andiamo bene…. sono quasi tentato di comprarne uno per spruzzarlo nel mio portafogli, ma poi ci ripenso. Viste le ridotte dimensioni del mio portafogli per uno spray studiato per ambienti domestici di più generose dimensioni, l’utilizzo di tale benedizione causerebbe la rottura del mio portafogli qualora si riempisse di tutto il denaro che promette di far arrivare.
E poi a me il portafogli all’odore di fragola o vaniglia non piace!
Continuo con il mio viaggio, la mappa dice c’è un lago a pochi km, il mio odore dice che un bagnetto non farebbe male e questa volta cercherò di evitare di mettermi dove ci sono ubriachi che di notte entrano nei miei sogni e poi nei miei spazi privati, come ieri notte.
Arrivo quasi dubitante al lago che devo percorrere nella sua totalità prima di potermi avvicinare alla costa e con mia sorpresa scopro che un cancello enorme e altissimo è appena stato costruito per bloccare i veicoli nelle sue prossimità. Ma ci sono casette nei dintorni e visto che sta facendo buio scendo di moto e chiedo in giro. Mi dicono che il cancello è chiuso ma si può aprire immediatamente per cui mi mandano a parlare con un signore che mi riceve con un gran sorriso e con gioia mi lascia scendere a riva e parcheggiare la moto.
Sono praticamente solo sulla riva di un lago a disposizione di una piccola comunità di pescatori, i bambini stanno giocando a baseball poco sopra, le donne sono in casa a preparare la cena ed il buon uomo che mi ha fatto entrare mi lascia preparare la tenda e poi insiste per invitarmi a casa sua a prendere un caffè.
E’ tutto così bello ed accade così casualmente che sono felice come una pasqua per cui a tenda pronta per la notte, seguo il signore fino a casa sua ed entro fra le mura della sua intimità conoscendo le figlie, i figli, la madre ed assaporando il caffè nicaraguense appena fatto. Osservo con intensa meraviglia questo forno migliorato (come lo chiamano loro) che è un forno piccolino con due fori. Uno frontale dove si inserisce la legna ed uno superiore dove si appoggiano le pentole. E’ fatto di fango secco e sostituisce quello che per noi è il normale piano cottura. Nella grande pentola posta sopra il fuoco ci sono chicchi freschi di caffè, appena raccolti nel campo dietro casa. I chicchi sono lentamente tostati sul fuoco e quando sono pronti vengono tritati e infusi nell’acqua calda per farci del caffè che è proprio quello che sto bevendo.
Parte della famiglia si siede con me e fa domande di tutti i tipi. Parliamo dell’Italia, del Nicaragua, del lavoro, della politica, della religione, del caffè, del mio viaggio, di tutto insomma. Ed in quel momento io sento che il viaggio VERO, quello che ho sempre sognato e di cui ho goduto in tanti anni di girovagare è proprio questo.
E’ il viaggio fatto di una tenda montata in un posto bellissimo ed accogliente, vicini cordiali e curiosi, conversazioni disinteressate nate dalla mera curiosità di capire cosa ci sia nella parte del mondo di chi viaggio e di chi viene visitato. Dove una tazza di caffè si beve allo stesso modo che in ogni altra parte del mondo, dove le barriere linguistiche, culturali, religiose, etniche, sociali e politiche svaniscono dietro ad una conversazione nata spontaneamente fra le quattro mura di una casetta di campagna e dove quello che conta è rispettarsi.
Quello è il viaggio per il quale sono partito e stasera lo sto vivendo a pieno.
La conversazione si sposta dalla cucina della casa del buon uomo alla cucina della casa di sua sorella, pochi passi più in su. Mi servono pesce fresco e distendono attorno a me un’atmosfera divertente con cui ridiamo e scherziamo. La sorella della cuoca (cognata del buon uomo) mi ha già messo gli occhi addosso, ma non è il mio tipo per cui le do tutto lo spago che vuole.
Mi piacciono i gringos – dice ad alta voce
Non sono un gringo, signora
Ma assomigli a uno
Le mancherò stasera?
Si, ma se vuoi puoi dormire in camera con me
O lei può dormire in tenda mia se vuole
Ridiamo tutti, sappiano che non succederà niente di quello che si dice e intanto ridiamo, facciamo gli scemi e poi a pancia piena e conto pagato mi incammino con il buon uomo al lago dove mi lascia davanti alla mia tenda solo con il mio enorme senso di appagamento e una voglia matta di spogliarmi sotto la luna piena e lavarmi lentamente nell’acqua fresca del lago, per terminare così questa serata iniziata bene.
río pololo, río ahora y recuerda, prometer no es necesario jajajajjajajaja te amoo!!!
gracias lili 🙂