Ore 7, ma non ho voglia di alzarmi. Ho un appuntamento alle 8 con il quotidiano ElPais, ma stranamente mi sveglio con la voglia di fregarmene della puntualità. Sono le 8 e sono da poco alzato con gli occhi gonfi e una fame da lupi. Ieri ho comprato uova e pane e adesso nella cucina faccio la colazione come piace a me, dopo 3 settimane che mangio roba servita fuori. Strapazzo le uova alla cilena come mi ha insegnato la mia amata donna Ylenia, lascio che non si secchi e rompo i tuorli all’ultimo mentre in un tostatore scaldo il pane e lo lascio caldo e croccante. Non c’è succo o caffè per cui dovrà ripiegare per un bicchiere d’acqua ma l’uomo fatto in casa è una benedizione. Poi decido di lavare i piatti della cena di ieri e devo anche rimontare le protezioni nella tuta moto che ho lavato il giorno prima. Rifaccio il letto, mi faccio la doccia e due secondi prima di andarmene entra Karina a cui confesso di essermi svegliato tardi. Lei intanto a da fare una telefonata per cui scendo alla moto per controllare l’olio motore e prepararmi per andare in redazione.
Quando ho finito ha finito anche lei, per cui scendiamo assieme al parcheggio e ci salutiamo per un’ultima volta, promettendoci che se mai capiterà in Italia potrà contare su di noi.
Mi tuffo nel traffico più odioso di nuovo, quello del centro ed arrivo all’appuntamento con 70 bestemmie e non so quante parolacce.
Mi presentano Jhonathan che mi intervista con un Iphone a mo’ di microfono. Racconto a voce la mia storia, accentuando la parte personale, quella della motivazione che nel mio caso ha fatto la differenza. A prescindere dal limite economico, dalle carenze motociclistiche e meccaniche, dalle barriere linguistiche, dall’assenza di conoscenti nei paesi cruciali, dalla mancanza di visti e vaccini ecc ecc.
Tutto è possibile, se ci credi…
Parlo per 20, 30 minuti e poi ci salutiamo con la promessa di ricevere il pdf dell’intervista ed il video. Però una domanda Jonathan se la fa scappare…
E le Colombiane? Che ne pensi?
… – esito, ripensando a tutto quello che ho visto in Cali negli ultimi due giorni, fra strade, uffici Honda, piazze, supermercati –
e?
MA MI DICI CHE CAZZO MANGIANO STE FIGLIOLE PE VENIRE FUORI COME VENGONO?
ahahhahahahahahahhahahahahahha
Parlo sul serio! Non ho mai – MAI! – visto una densità di belle donne come ho visto in Colombia. Ma icchè mangiano a colazione, pane e silicone?
E non hai ancora visto Medellin!
Oh santissimo….. mi toccherà guidare di notte per evitare di perdere il controllo della moto
ahahhahahahahaha
Mi congedo, sembra quasi che ai colombiani piaccia parlare delle colombiane più che a noi stranieri. Intanto, fuori dall’ufficio con aria condizionata vengo riaccolto dall’afa impossibile di Cali e con un paio di domande mi ritrovo sulla strada giusta per il nord. E sono entrato nella parte di autostrada piana e noiosa almeno fino alla città di Armenia. Qui lo scenario cambia, la strada sale un po’, i dintorni si macchiano di un verde surreale, fatto di palme e alberi stranissimi, erba pettinata e colline ondeggianti simili ad uno scenario di Yoshi’s Island.
Esco dal caos della città di Armeni e mi fermo a pranzare davanti ad un’università, mentre i maschi gridano chiusi nei pub davanti al Barcellona contro il Real Madrid e fuori le strade sono possedute dalle passere! Passere da ogni parte. Alte, formose, ben vestite, eleganti, raffinate, giovani, mature…. ed io rido e rido e rido e non capisco che cazzo di posto è questo. Sembra uno scherzo di cattivo gusto!
Sono entrato nella regione del caffè per cui cerco un posto dove ne preparino del buono e per pochi mil pesos colombiani mi faccio un hamburger con una limonata e per chiedere il tutto, pochi minuti dopo, chiedo un espresso. I gestori sono adorabili e conversano con me raccontandomi della crisi del caffè, il boom dell’esportazione e la crescita economica che questa risorsa ha comportato per la Colombia. Hanno una macchina bellissima che sembra una moka gigante e mi dicono tutti contenti che è solo una copia di quella originale, fabbricata in Italia.
Ma ci sono piantagioni di caffè in Italia?
Nemmeno una, che io sappia
! – mi guarda con occhi increduli
Tutto il caffè che elaboriamo e consumiamo credo venga da qui e da Cuba
!
Prima che sia tardi, ringrazio pago ed avanzo in cerca di Salento che mi hanno raccontato come il villaggio di partenza per andare a vedere la famosa Valle del Cocora, verso la quale sono diretto. Ho visto delle foto e ne sono rimasto folgorato, sembra un luogo surreale, sempre quando non sia ricoperto da quella fitta nube grigia che vedo in lontananza. Trovo lo svincolo per Salento e la strada si fa subito interessante, stretta, ripida, piena di curve e riporta di vegetazione. Arrivo al villaggio in riserva piena per cui faccio il pieno e continuo per la Valle alla quale arrivo 9 km dopo ed è bellissima. Purtroppo la vista dalla strada presenta solo la scusa per due, tre foto al massimo, ma ne è valsa la pena. Monto la SportCamera in una nuova posizione con il braccio ricevuto dall’Italia e le riprese che ne escono fuori sono potentissime. Contento ed illuminato torno a Salento dove mi immergo nel villaggio in prima, lentamente e passo per la piazza e poi il terrazzo panoramico da cui scatto un po’ di foto. La catena è secca e fa ancora rumore ed io ho un urgente bisogno di andare al bagno. Prima però ricordo di avere una cosa urgente da fare su internet che non mi sono ricordato di fare ieri per cui entro per 30 minuti da un internet point, vado al bagno e continuo nella notte lungo l’autostrada.
Sento di aver fatto pochissimi km oggi e sento anche che davanti a me ho ore ed ore di tediosa autostrada per cui perchè non recuperare i km e tempo perduto guidando di notte?
Mi ero promesso di non farlo mai, ma è una cosa che adoro anche se va un po’ a scapito delle foto e video che non posso fare, ma non importa. Ha da poco piovuto e dal suolo evapora una freschezza che assieme all’aria fresca della notte fanno i km più piacevoli. Avanzo per ore fino a che la fame bussa alla mia porta. Sono passato per città grandi e piccole, ma il posto che mi trovo davanti adesso è esattamente il posto in cui vorrei fermare.
Ordino salsicce con arepas, patate alla brace e una birra. Mangio e metto su un foglio le idee per un set di borse da moto viaggio a cui sto pensando da diversi mesi, anche se pensare ai materiali, dimensioni, sistemi di aggancio, supporti ecc ecc non è la cosa più facile da rappresentare su un foglietto di carta strappato chissà dove. Il cibo è proprio buono, saporito anche se semplice. Vedo che hanno una macchina del caffè per cui ordino un mokaccino e mi rimetto in sella, questa volta pronto per cercare un posto per dormire. Trovo vari viottoli di sterrato lungo i quali cercare un prato o qualcosa di simile, ma i bordi sono recintati ed alla fine di ogni sentiero trovo sempre delle case con due o tre cani pronti a sbranarmi. E’ relativamente “non-tardi” per cui invece di chiedere se posso rimanere lì continuo nella mia ricerca e subito dopo mi trovo su un sentiero sterrato ben battuto che sale e scende e mi porta lontano, ma non ha una maledettissima piazzola. Si è fatto tardi, non ho voglio di fare altri tentativi ed il motore è in fiamme. Oltretutto se torno in strada non cambierà niente perchè questa zona rurale ha tutti i bordi della panamericana recintati, con dentro campi, vacche, laghetti ecc ecc.
Scegliere il posto “meno-peggio” è una merda ma non ho altra scelta. La strada grande ha uno svincolo grande da cui parte un viottolino piccolino. Sembra comunque transitata e c’è un albero proprio a fare da palo fra le due strade ed hanno cementificato quel punto per non farlo cedere durante i giorni di pioggia. Come dato incoraggiante sono qui da un’ora e non è passato nessuno per cui con l’anima in pena metto la tenda sotto l’albero, la moto di lato e buonanotte. Fa un caldo bestiale e lascio la zip della zanzariera aperta per far entrare un po’ d’aria. E poi inizia il concerto di moto e auto che passano in su ed in giù e che rallentano davanti alla tenda con non so quali intenzioni.
Qui va a finire male… è giovedì e se passa un gruppo di amici ubriachi finisce a cazzotti
Per cui formo malissimo, tutta la notte ed ho imparato l’ennesima lezione per l’ennesima volta.
E che cazzo!
uova alla cilena 🙂
con el amarillo del wevo!
E’ da quando sei in Colombia che parli di fihe, ma nelle foto s’ intravedono appena 8/
si ma non sono il maniaco che si mette a fare le foto alle ragazze dai, che disperazione!