5 Gennaio 2013
Mi sveglio tardi, con un moccolo. Si inizia bene!
Avevo messo la sveglia alle 6:50 per presentarmi alla dogana per primo e sfruttare tutta la giornata per fare il passo de Aguas Negras ed invece, causa pigrizia del mio cellulare con sveglia, mi sveglio da solo alle 9. Impacchetto tutto, faccio il rabbocco dell’olio tutto di fretta ed arrivo alla dogana che sono comunque il primo.
Potresti timbrarmi il passaporto? Non credo che tornerò in Cile con la mia residenza definitiva.
E non torni più più più? – chiede la poliziotta quasi con un tono dispiaciuto
Si torno, ma non in un breve arco di tempo…
Così sono fuori dal Cile, per l’ennesima volta ma questa occasione so che non tornerò per un bel pezzo. L’avevo detto anche durante il Tour Altiplanico ma poi ho bruciato la frizione in Bolivia e SBANG, ritornato a Santiago.
Questa volta però la strada da fare è tanta e davanti a me ci sono un sacco di paesi inesplorati che muoio dalla voglia di vedere. Dopo di che ci sarà l’Europa e naturalmente una sosta terapeutica in Italia, dove arriverà in sella alla mia Transalp eventualmente già tutta sbriciolata durante questo Tour.
Tanto mi conosco…
Comunque il Passo de Aguas Negras, nonostante lo avessi fatto in auto l’anno scorso è davvero spettacolare. In moto se ne apprezzano di più le curve, le pendenti, i tornanti, le buche di sabbia ma senza dubbio i colori che sovrastano queste cime e che sembrano buttati lì da un artista. Bellissimi!
La quota sale e la temperatura scende ma non ho nemmeno un po’ di voglia di fermarmi in mezzo a tutto quel ben di dio per togliermi la tuta e mettermi la felpa sotto. Aspetterò di arrivare alla cima in mezzo alle foto di circostanza. Intanto passo in messo a dorsali a strapiombo sul niente, cunette di sabbia da far volare nell’oblio un camion e file di imbecilli in auto che vengono verso di me a tutto foho pensando che un moto posso andare sulle cunette come fosse un quad. Alzo varie volte il dito medio e se non erro uno lo registro anche per sbaglio con la SportCamera.
Però poi le auto spariscono ed attorno rimane solo il freddo, il vento ed il bello di sto posto che, nonostante la sua osterità, è davvero un ultimo gioiellino che corona nella forma migliore il mio addio al Cile. Devi prendertela con comodo quando fai questo passo perchè ci sono troppe cose belle da vedere e troppe curve strette oltre le quali non la racconteresti più.
Quando arrivo in cima al passo ai 4800 metri (se non erro) ci sono 11 gradi ed è il momento di mettersi la felpa.
Che felpa? Ma la Felpa Partireper che puoi ordinare anche tu! (pubblicità a tutto foho anche qui!)
Con la felpa adesso va anche meglio e posso godermi la discesa con calma facendo filmini e scattando foto ad ogni cosa che valga la pena. Quando il passo finisce spunta da dietro una curva una piccola baracca della polizia che mi detiene per chiedermi il numero del passaporto e subito pochi km dopo c’è la dogana dove ho paura che mi spennino perchè non ho la patente internazionale.
Per fortuna mia la dogana è piccola e in questa regione dell’Argentina la gente è più cordiale e meno attenta ai particolari. Mi fanno il tipico foglio di importazione fino a Settembre e sono dentro. Non ho con me nemmeno un peso argentina ma ho le carte di credito per cui vado alla buona sorte e faccio il pieno con carta di credito chiedendo per una posto dove mangiare dove ci sia anche la WIFI.
A due passi trovo un ristorantino con l’aria di essere caruccio, ma visto che non ho contanti e loro accettano carte di credito non ho altre opzioni per cui mi fiondo sotto l’aria condizionata, accendo il pc e mando la Newsletter della partenza mentre divoro un bife de choriso da 350 grammi con un’insalatina timida e sudaticcia d’olio d’oliva.
Tutto bene, i lettori rispondono, gli auguri ed incitamenti arrivano come ai vecchi tempi ma è meglio macinare dei km in più e dedicarsi alle cose di internet durante l’internet day. Serbatoio pieno, stomaco pieno, appiccico uno dei miei adesivi sulla porta di ingresso e via diretto verso il nord. Sarà tutto asfalto ma sono già le 15 per cui meglio darci dentro fino a che avrò luce, poi sarà il momento di cercare un posto per la tenda.
Inizia il calore quello vero e stare dentro la tuta diventa quasi insopportabile, poi ci sono i passi pieni di curve strette dopo Jachal ed il lago vicino a Rodeo che fanno dimenticare il caldo ed incantano con le pietre multicromatiche che sovrastano in questa zona. Se sono venuto qui invece di stare in Cile del nord è proprio per godere di queste curve e questi colori tutto attorno. Quando il clima è buono come oggi il caldo si dimentica subito. Le curve salgono e scendono, l’asfalto finisce e poi reinizia poi viene un tunnel, poi suono il clacson e mi diverto come un matto. Peccato che la cuesta finisce subito. Quando arrivo in cima al piccolo passo trovo una famiglia in auto alla quale chiedo di farmi una foto.
Non che io sia un gran posatore però mi faceva fatica mettere su il tre piedi per farmi una foto come questa e poi è una buona scusa per chiedere del clima su al nord. Loro sono di Catamarca e la signora con un tono quasi triste dice che non piove da tempo, mentre io sono lì tutto giulivo che già mi immagino di arrivare in Bolivia senza una goccia d’acqua!
A questo punto la strada è una lunga linea retta che sale e poi scende e poi sale e poi non fa più niente.
Penso che forse sarebbe il caso di controllare l’olio motore ma preferisco continuare per altri 90 km e dare un occhiata a Guandacol che nella mia mappa sembra abbastanza grande per avere un posto dove prelevare e mangiare ed abbastanza piccolo da non presentare problemi per trovare posto per la tenda.
Arrivo e riesco a prelevare solo con la postepay e mi fiondo direttamente a cercare un fiume per lavarmi di notte e mettere la tenda. Chiedo per il fiume, immaginando che ce ne sia uno e pochi km più in su, verso la montagna trovo il letto prosciugatissimo di un fiume. Mi fermo dentro al letto, scendo dalla moto e guardo lontano pensando…
Poi dietro di me sento una presenza e vedo lontanissimo un signore accanto alla propria moto che mi guarda e mi saluta. Si chiama Oscar gli spiego cosa cerco e lui mi porta dietro all’argine opposto e mi mostra il pozzo di distribuzione del villaggio con grandi quantità d’acqua canalizzate in due vie: l’acqua comune e l’acqua potabile.
Lì ti puoi infilare e lavarti quanto vuoi, ma nell’altra no che quell’acqua la beviamo.
Me lo dice 4 volte finché gli dico che “si, grazie, ho capito”. Se ne va lui e me ne vado io di nuovo in centro in cerca di un posto dove cenare. Chiedo ad una signora che entusiasmata mi invita in casa sua a mangiare, ma preferisco non disturbare e continuo fino al piccolo ristorante aperto che c’è pochi isolati più in giù. Mi riceve una ragazza della mia età con una bambina ed il marito. Lei si chiama Claudia e mi fa sedere fuori mi prende l’ordine e poi mente mangio si mette a conversare con me del Dakar e del viaggiare ed alla fine scopro che è impiegata e che la bimba e del suo datore di lavoro, che non è suo marito.
La conversazione è semplicissima, priva di diffidenza e di quel modo di fare falso cordiale della gente della città. E’ quasi ironico però in meno di 5 minuti Claudia mi dice che è single però non perde un minuto a chiedermi se sono sposato e se ho famiglia.
Discorriamo di nuovo del Dakar, dell’auto bruciata che si può vedere a 3 isolati più in giù in memoria di quel pilota tratto in salvo dai cittadini di Guandacol e ad un certo punto vedo tutti quelli che camminano per strada precipitarsi per le strade ed una sirena dei pompieri strillare fortinssima.
Ma che succede?
No tranquillo sono i re magi che vengono a portare i regali ai bambini…
Ma…
E così, prima di pagare e andare a dormire, assisto a tre uomini con barba finta bianca, vestiti di re magi che danno regali e baci ai bambini per strada e sono scortati dal camion dei pompieri che avanza lento e con le sirene a tutto foho!
Torno all’argine del fiume, monto la tenda, spengo le luci della moto e cazzo è tutto buio. Gli arbusti secchi scricchiolano e ci sono insetti da tutte le parti. Un po’ intimorito mi vado a lavare al canale e poi mi chiudo dentro la tenda scoprendo che morirò di calore e che sarà una notte bruttissima.
Poi inizia a piovere e so che avevo ragione.
Spero che tu ti sia ricordato, anche nel buio, in quale dei due canali potevi lavarti 😀 ahahahah
ci ho provato ma mi sa che ho pisciato in quello sbaglaito. hahaha
Se al tg sentiró dell’improvvisa morte di tutti gli abitanti di Guandacol, sapró il perchè…:)
hahhahaha si però acqua in bocca
sei un grande………muoviti……ti ho preparato la vetrina!!!!!!!!!!!!!!!!!
si si, dillo ora ma poi io passo davvero eh
Grande Gionata …que envidia el viaje!!….cuidate
Grande Gionata….que envidia el viaje….¡cuidate!
gracias nonno, nos vemos en italia!
Via e tu sei troppo organizzato…..e si rivole la bottiglia dell olio attaccata alla forcela!!! 😛
Se certoooooooooooo
E mentre leggevo pensavo, secondo me la rimorchia, la rimorchia, ma poi non hai scritto altro… Sei sicuro che nella tenda hai dormito solo?
sicurissimo, una così non la rimorchiavo nemmeno se ero sbronzo
non fare il buon gustaio…….ti ricordo il costumino rosso!!!!!!!!!!!!!!!!ahahahahahah!!!!!!!!!!!!
ti è arrivata la foto cazzone?