Vietnam: Non sono gay
NOTA: questo articolo è stato riesumato da un archivio web nel Agosto 2015 e postato rispettando la data originale in cui è stato scritto la prima volta. Testo trascritto senza alcuna correzione
Mai Chou e’ la mia prima meta.
Sono in viaggio da una notte e al mio risveglio mi trovo davanti ad un lago fantastico dove ovviamente mi tuffo per lavare via l’umidita’ della notte.
Non ho piu’ contanti e mi avvio in cerca di una banca.
La zona e’ sempre piu’ verde e sempre piu’ tipica.
Lontana dal definirsi turstica.
Trovo la banca aiutato da una singolare individuo ricoperto di tatuaggi cinesi che su uno scooter mi accompagnia all’ufficio e mi mostra un biglietto da visita.
“We provide food and accomodation, traditional clothes and dance.”
Puzza di turismo ma sto morendo di fame e la parola food mi basta per farmi convincere.
Sono talmente affamato che non tratto nemmeno il prezzo, che a stomaco pieno poi realizzaero’ essere stratosfericamente ALTO!!
Mentre filmo le cose vere che comunque circondano questo spicchio di turismo e commento ad alta voce l’effetto etilico che mi suscita la vista di un vero ruscello di irrigazione e una vera capanna di canne di bamboo e una vera ragazza che scalza cammina nel fango catturando con una immenso retino gli insetti che mangiucchiano il grano, mi appare alle spalle uno western.
Alla mia mano destra in cenno di saluto lui risponde con la mano sinistra rivolta verso l’alto, come a volermi invitare ad un ballo.
E’ olandese e non tarda a dirmi (parlandomi ad un palmo di naso) che e’ stato a Firenze molte volte che a lui firenze really like e che il posto che a lui really really like e’ lo YAG bar.
Appena gli dico che con la mia ex ragazza ho visitato il posto un paio di volte, si fa ancora piu’ vicino e mi chiede se mi piace tutto quello che lo YAG contiene.
Adoro le provocazioni ma non mi piace essere subdolo, cosi’ gli spiego che sono una persona molto curiosa ed aperta ad ogni tipo di scelta altrui e che la visita allo YAG bar come in alcuni altri locali gay frequentatissimi sulla riviera Tirrenica, ha sempre suscitato la mia curiosita’ ed interesse. Nient’altro.
Mi siedo davanti al piatto di riso e lui mi siede di fianco.
Difficile resistere al senso dell’umorismo gay, specie se realizzo che la prima volta che mi capita di incontrarne uno e scambiarci una vera conversazione, e’ nel bel mezzo del Vietnam.
E mentre lui mi corteggia e adula buttando l’amo molto discretamente, io divoro il mio pranzo e mi interrompo per scoppiare a ridere alle sue battute.
Mi invita varie volte a mostrargli il mio corpo nella sua stanza pochi metri piu’ in la, ma serenamente gli dico che lui non sara certo la mia prima esperienza omosessuale.
Gli chiedo piuttosto se posso essere indiscreto e chiedere lui tutto quello che voglio al riguardo dello scoprirsi gay, essere gay e vivere i rapporti interpersonali e sessuali se gay.
Sembra non aspettasse altro e mentre mi racconta che ha gia’ avuto una decina di rapporti occasionali negli ultimi 15 giorni, io penso che sia una sfortuna non avere avuto un amico od una amica gay con cui condividere le confessioni che sono stato solito condividere con eterosessuali.
Del resto non ci sono modi migliori di capire se non relazionandosi con persone diverse da noi e piu’ gli anni passano piu’ mi rendo conto che nonostante la mia curiosita’ e grande sete di sapere tutto su tutto, non ho veramente avuto una persona gay da considerare amica.
Passano gli ultimi 15 minuti che ci scambiamo foto e indirizzi email e dopo la sua ennesima richiesta di seguirlo in camera, mi azzardo dicendogli che se proprio vuole puo’ visitare la sezione del nudo sul mio sito.
L’avessi mai detto.
Dice che posso mostrargli il mio corpo adesso, anche davanti a tutti.
Ai Vietnamiti mostrare il corpo very very like.
In realta’ sfidare le persone mi piace quindi tiro fuori la video camera e gli mostro un filmato preso poche ore prima dopo la nuotata nel lago.
Dovevo strizzare via l’acqua dalle mutande e cosi’ rimango a culo scoperto per qualche secondo.
Mentre guarda il filmino dice che per oggi e’ abbastanza e sempre con quel tono ironico e piccante mi ringrazie e dice che visitera’ il sito al piu’ presto.
“Adesso e’ il tuo turno” mi dice.
Vuole che gli racconti una situazione erotica estrema e dal momento che lui nei suoi racconti non si e’ limitato ne’ nella prosa ne’ negli aggettivi (tipicamente grezzi), mi dilungo raccontandogli l’esperienza giapponese in Osaka.
Non sembra emozioanarlo. Raccontare certe cose in inglese non mi riesce come in italiano e poi io sono troppo concentrato su dettagli che magari a lui non interessano.
Butta li la domanda sulle dimensioni.
Non so di che fama godiamo noi italiani, ma mi accontento dei miei standard.
Lui ovviamente sfoggia una metratura ovina alla quale non ho alcuna reazione di stupore od entusiasmo. Solo empatia per il povero vietnamita che dovra’ accogliere cotanta abbondanza!
Ma dice che in Vientam certe cose piacciono perche’ loro non sono soliti vederne.
AHHAAHAHHA. Questa e’ la mia ultima risata.
Mi dice che vuole vedere la mia faccia da vicino e la prende con le mani che afferrano le mie guancie.
Pericolo!!!
Lo allontano o lo schiaffeggio sulla guancia amichevolmente.
E’ una brava persona infondo. Cerca a suo modo di essere dolce e fare le sue conquiste.
Monto in sella e saluto lui e le cameriere della taverna.
Sembra un po’ deluso, ma che vuoi farci.
Non sono gay.