NOTA: questo articolo è stato riesumato da un archivio web nel Agosto 2015 e postato rispettando la data originale in cui è stato scritto la prima volta. Testo trascritto senza alcuna correzione
20 minuti di guida ed e’ fatta. Dalla capitale e dal suo traffico e afa urbana, mi ritrovo sul cucuzzolo di una piccolo ponte che apre la incerta strada verso l’entroterra. Tutto appare come nei villaggi vacanze, nei film, nei dépliant dei tour operator.
Ma CAZZO, qui e’ tutto vero.
I bambini che giocano scalzi con i cani, o maiali o pecore o mucche, giusto sul bordo della strada. Li dove puoi passare loro accanto e avvertire l’odore della loro pelle e quello acre dello sterco degli animali che custodiscono. Anche i loro sorrisi e lo stupore che i loro occhi celano e’ vero. Non appartiene ad un copione o ad una routine.
Ci sono donne bellissime che pedalano biciclette stracariche di grano appena colto e uomini abbronzati e muscolosi che lavorano nei campi. Il sole splende e brucia le mie spalle. I miei bicipiti già sono rossi e mi provocano dolore ogni qual volta una mosca vi ci sbatte ignara del mio passaggio, più rapido di ogni altro veicolo mai guidato nella zona. Piu’ che mi allontano piu’ che tutto diventa piccolo, concentrato. Il conflitto con il tempo, quello, non si estingue mai. Sembra sempre di non averne abbastanza.
Quando mi fermo in mezzo a questo TUTTO fatto di vera vita per immortalarla con una foto o un filmato, subito fremo nel chiedermi cosa io mi stia perdendo dietro la prossima curva. Ed ecco che riparto.
A stenti, su questa Minsk 125 con doppio freno a tamburo e nemmeno la chiave di accensione. Quello che provo dunque e’ altrettanto vero come lo e’ il sole che riflette negli acquitrini o il rosso del fiume che scorre alla mia destra e poi alla mia sinistra, dopo che un piccolo ponte me lo lascia attraversare. Stanotte la seconda notte in tenda. Una burrasca di pioggia cosi’ non la prendevo dalla Slovenia. Ma adesso sono con una tenda nuova. 19,8 euro in Cina sono cifre adatte per materiale serio.
Con la mia piccola igloo arancione adesso dormo sotto la bufera disturbato solo dalla troppa pendenza del prato in cui mi sono accampato e dal rombo ininterrotto delle mille gocce d’acqua che si amplificano sullo strato impermeabile della mia casetta nomade. Ho delle foto nuove e dei video sensazionali da farvi vedere. Come promesso, mi fermero’ in Saigon per lavorarci prima di uscire dal Vietnam ed entrare in Cambogia. Ma per adesso immaginatemi con il vostro cuore e lasciate che le foto arrivino con un minimo di attesa. Che non guasta mai.
Un abbraccio.
gionata