NOTA: questo articolo è stato riesumato da un archivio web nel Agosto 2015 e postato rispettando la data originale in cui è stato scritto la prima volta. Testo trascritto senza alcuna correzione
Rettilineo tipico da statale, che percorre la costa fino ad arrivare al mare.
Fortunatamente ci sono ancora delle montagne che abbracciano questo noioso pezzo di asfalto.
Una volta uscito dalla campagna e dall’entro terra vietnamita, la guida della moto risulta perfino fastidiosa, senza fine.
Oltretutto questa Minsk 125 e’ un rottame poco performante. Mi auguro solo sia robusto abbastanza per farmi coprire 1900 km senza altri problemi (vedi Cina).
Curioso pero’ associare ognuno di questi rettilinei tornanti larghi e caldi a qualche altro posto in cui mi ricordo di aver guidato dall’Italia a qui.
Adesso sono in Grecia. Adesso in Turchia.
Adesso perfino a Vaiano, se sapete dove si trova.
Oppure a Laura, dietro Santa Luce, prima di arrivare a Vada.
La strada dritta si stende fra due colline, discende un attimo, come un spaghetto lungo che nel centro di accascia piu’ del dovuto.
Poi risale leggermente.
In mezzo alla mia corsia una delle tante biciclette che identifico dal solito cappello di paglia conico che indossano le donne che lavorano nei campi.
Si sposta sul lato ma poi cambia idea e rientra al centro, proprio sulla linea di carreggiata. La sua idea sembra essere quella di svoltare per attraversare la strada.
Non sono piu’ cosi’ lontano quando la traiettoria della bicicletta diventa imprevedibile.
Mi slancio a sinistra, dove ho piu’ spazio, ma la vecchietta finalmente avverte il mio arrivo e si butta sulla banchina.
Stridio della ruota posteriore che inchioda, clacson che scureggia a manetta e il vaffanculo piu’ lungo del mondo non bastano a fermare la moto che sfiora il braccio dentro della vecchietta.
La maledico e voltandomi vedo che negli occhi suoi non c’e paura, solo un cruccio di fastidio.
Te possino!!!
gionata