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20.000 pieghe 2015

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È stata la mia prima 20.000 pieghe. Marco me ne aveva parlato mostrandomi i suoi lavori videografici l’anno passato e così ho contattato l’organizzazione proponendomi come motoviaggiatore interessato a condividere con i partecipanti la propria esperienza in moto. In qualità di autore del Manuale del Motoviaggiatore avrei anche portato alcune copie del mio libro ed i programmi di viaggi dei tour in Patagonia e Terra del Fuoco e Bolivia e Perù che guido per la Ride True ADV.

Daniele Alessandrini, presidente del MotoClub FMI Moto Lampeggio, ha accolto la mia richiesta di partecipazione con grande gioia mettendo a mia disposizione la sua cortesia e la professionalità del suo team di accoglienza. Al mio arrivo mi viene indicato uno spazio espositivo nel quale disporre i miei libri e durante il briefing con i partecipanti vengo presentato assieme a Marcello Anglana e Davide Biga, rispettivamente partecipante o responsabile di punti di controllo.

Le regole sono chiare:

La 20.000 pieghe non è una gara di velocità, la media oraria consigliata per vincere questa rassegna è compresa fra 36 e 39 km/h. Trattasi quindi di una gara di regolarità basata sull’orientamento (sia con mappa che gps).

Il road-book ci viene consegnato la sera prima, le moto sono identificabili con dei numeri e i piloti con delle casacche gialle con lo stesso numero riportato su entrambi i lati. Con l’ausilio di una mappa 1:400.000 della regione Lombardia o Italia Settentrionale è possibile preparare il proprio itinerario prima di coricarsi e cercare di seguirlo il più accuratamente possibile una volta in sella, rispettando la puntualità delle partenze e dei controlli oraria a sorpresa previsti lungo il percorso.

Partecipo in qualità di moto esploratore, ma la cosa che mi interessa di più è vedere per la prima volta, in sella alla stessa moto che cui ho girato il mondo, quello che l’Italia ha da offrire. Non lo dovrei dire ma ho il tachimetro e il conta chilometri rotti da mesi e l’unica cosa con la quale posso orientarmi è la mia mappa 1:500.000 e la familiarità con tempi e distanze che ho appreso in viaggio.

Il bello però sono i passi, i tornanti, i panorami, i colori e l’atmosfera intensa che si respira in ogni angolo del nostro paese, se scoperto per la prima volta in sella alla propria moto.

La manifestazione continua con il suo ritmo e ogni giorno maciniamo km costellati di viste mozzafiato, spuntini di qualità, pranzi ottimi e momenti di condivisione veramente piacevoli. La sera si torna dietro al tavolo sul quale sono disposte alcune copie del Manuale del Motoviaggiatore, i presenti si avvicinano, chiedono, parliamo, alcuni portano via una copia, altri si interessano ai miei tour e alcuni mi conoscono perché hanno seguito partireper negli anni passati.

Le cene sono sempre diverse, ci si riempie il piatto e si siede accanto a nuove persone ogni volta. La cosa è molto stimolante. Ci sono persone da città e regioni diverse, età diverse, moto e stili di guida diversi e la ripetitività è una cosa che non accade mai.

Ogni sera vengono affissi i risultati parziali, le classifiche e consegnato l’ennesimo road book. Ogni mattina una partenza nuova, ogni mattina strade diverse e climi mai uguali. Tocchiamo il Passo dello Stelvio, Gavia, Lago di Garda e siamo anche entrati in Svizzera per una serie di tornanti al confine. Bellissimo davvero. L’estratto video qui sotto è solo un assaggio di quelle che sono state 8 ore al giorno per 3 giorni, di scalate spettacolari.

Il Sabato, giornata conclusiva della rassegna, le classifiche parlano chiaro ma potrebbe esserci il colpo di scena. Il clima è stabile e tutti sono molto presi dagli ultimi km prima della celebrazione prevista per la sera. E in tutto questo panorama di curve, tornanti, km, sole ed entusiasmo arriva di punto in bianco la notizia che si sparge incredule sottovoce fra i partecipanti che si riuniscono per l’ennesimo spuntino:

La gara è annullata. Uno dei partecipanti ha avuto un incidente ed è deceduto.

La sensazione di vuoto è immediata, ci si chiede quando è accaduto, dove e chi sia la persona coinvolta, ma i dettagli arrivano fra i silenzi basiti di molti e le lacrime di altri. Si ritorna in hotel con amarezza, gli organizzatori decidono di sospendere i festeggiamenti e premiazioni previsti per la serata di sabato e i dettagli che mancavano vengono comunicati durante la cena.

Cesare Zennaro non è più tra di noi. Sabato 13 Giugno 2015, mentre partecipava all’ultima tappa della 20.000 Pieghe, ci ha lasciato facendo quello che amava di più, andare in moto. Tutti i partecipanti alla 20.000 Pieghe, si sono subito stretti tra loro in un profondo stato di tristezza per una giovane vita che come tutti noi era animata dalla passione e dalla gioia delle due ruote. Ci piace pensare che Cesare ora stia percorrendo nuove strade, oltre e davanti a questa vita terrena, per sempre sereno e felice. Ringraziamo Paolo Sesti, presidente della Federazione Motociclistica Italiana, per esserci venuto a trovare nell’albergo, base della manifestazione, la sera stessa dell’incidente, portandoci con discrezione e affetto il suo sostegno e la sua solidarietà. Il Moto Club Motolampeggio insieme al suo presidente Daniele Alessandrini e a tutto lo staff della 20.000 Pieghe, sono vicini alla famiglia che in questo momento di grandissimo dolore ha certamente il reale bisogno di sentire calore umano e amicizia sincera, lo stesso calore umano che circondava Cesare. Daniele Alessandrini

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Relativo a Gionata Nencini

Mi chiamo Gionata Nencini, toscano classe 1983 e viaggiare in moto è la mia più grande passione. Nel 2005, a 21 anni, parto per il giro del mondo con in tasca solo 2.200 euro e oggi ho uno storico di 800.000 km percorsi in solitaria attraverso 78 paesi. PARTIREper è il blog che racconta le mie esperienze e quelle della mia community.

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