Casco Klim Krios Pro
Introduzione al prodotto
Dopo aver testato il Klim Krios Karbon Adventure in Patagonia nel 2018, ho ricevuto il Klim Krios Pro nel 2019, convinto che si trattasse di un casco pressoché identico al primo modello menzionato.
Mi sbagliavo!
Ho battezzato il Klim Krios Pro con il viaggio a Capo Nord da record nell’estate dello stesso anno, per poi continuare ad usarlo anche in autunno e inverno e rendermi conto che si tratta di uno dei migliori caschi Enduro-Turistici che ho mai utilizzato. Avevo infatti provato vari modelli della stessa categoria, ma mai un modello che da listino avesse un prezzo di € 700. C’è però da dire che non ho provato i prestigiosi modelli della Arai, Shoei e Schuberth, per cui la mia recensione è circoscritta alla prova del Klim Krios Pro e paragonata ai modelli che menzionerò più avanti.
Ad oggi, data in cui pubblico la recensione, con il Klim Krios Pro ho percorso 30.000 in un anno e mezzo, 365 giorni l’anno, con ogni condizione climatica.
Esperienza d'acquisto del prodotto
Il Klim Krios Pro mi è stato fornito dall’ufficio marketing europeo con cui collaboro dal 2018 e che mi ha nominato brand ambassador per l’Italia, invitandomi a presidiare anche ai moto saloni più importanti fra cui Eicma e Verona MBE.
Il Klim Krios Pro è disponibile nelle taglie da XS a 3XL, nelle seguenti colorazioni:
- Rally Metallic Bronze
- Rally Striking Orange
- Mekka Kinetik Blue
- Arsenal Gray
- Haptik White
- Matte Black
- Mekka Vivid Sage
- Loko Vivid Sage
- Loko Striking Gray
- Arsenal Dune
Sulla confezione è inoltre indicata la possibilità di di installare un interfono dedicato marchiato SENA.
Contenuto della confezione
La confezione del Klim Krios Pro è composta da:
- Casco Krios Pro
- Parasole amovibile mediante tre supporti di aggancio in plastica
- Visiera Transition
- Pinlock
- Sacca porta casco
- Coperchi in plastica nel caso si decida di usare il casco senza parasole(in modalità STREET)
- Foglio illustrativo
Immagini del prodotto
Dettagli sul comportamento del prodotto durante l'utilizzo
Il Klim Krios Pro, prima di tutto, è esteticamente bello.
Mi piace la linea della mentoniera, della presa d’aria in stile DarthVader, l’intagliatura del parasole esterno e lo spoiler sulla calotta posteriore. Mi piace la colorazione nera, così come la colorazione Arsenal Gray, Arsenal Dune e Mekka Blue.
Il Klim Krios Pro è leggero, anzi leggerissimo.
Fra i caschi della stessa categoria che ho provato (lista più avanti nel testo) è decisamente quello più leggero. Il modello M (che ha la stessa calotta del modello S, ma con spugne interne meno spesse) pesa soltanto 1,26 Kg, che in viaggi molto lunghi, giovano tantissimo sui muscoli del collo, specialmente se il casco è abbinato al peso aggiuntivo di una action camera.
Il Klim Krios Pro è versatile, perché lo si può usare in 4 diverse configurazioni, senza rinunciare alle sue qualità più importanti.
Grazie alla possibilità di rimuovere o meno la visiera Transition e/o il parasole esterno, il casco può adottare una maschera da cross/enduro oppure convertisti in un casco full-street dalla linea più urbana o touring. La foto qui sotto spiega bene questa versatilità del Klim Krios Pro
Il Klim Krios Pro è silenzioso e non soggetto a turbolenze, rispetto agli altri caschi che ho provato della stessa categoria.
Ho usato il casco in autostrada in Germania, toccando 170 km/h, così come ho testato il casco sulla Atlantic Road in Norvegia (famosa per le raffiche di vento sull’iconico ponte) e il casco, pur essendo configurato con parasole esterno, non ha presentato rumorosità o cigolii né un effetto turbolenza troppo accentuato. Per la prima volta da quando uso questi caschi, non ho avvertito le vibrazioni del parasole esterno in condizioni di guida sopra i 90 km/h, che erano invece le prime sensazioni che avvertivo con ogni altro casco munito di parasole esterno.
Il Klim Krios Pro è duraturo nel tempo.
Non ho risparmiato il mio casco nemmeno un po’. L’ho usato per un viaggio avventura con bivacchi per 25 giorni di fila. Poi per le mie ricognizioni a caccia della traccia, le endurate, le perlustrazioni, guadi, cadute, giorni sudati di pietraie e mulattiere, pioggia, vento, decine di momenti in cui mi sono infrattato nei boschi, con rami, rovi, arbusti, e poi fango, cadute. E spesso l’ho lasciato in garage, ancora sporco, per poi riprenderlo in mano giorni dopo e lavarlo solo a fine stagione. La calotta esterna è ancora intatta. Le spugne interne, nonostante io le rimuova spesso per adattare sempre nuovi sistemi di microfoni per action camera, sono ancora intatte e senza danni. Le plastiche esterne sono ancora lucide e senza scollature, e le maglie metalliche nelle prese d’aria sono ancora al loro posto, senza essersi deformate. Così come lo è la cordura del cinturino di chiusura, i bottoni che fissano le spugne ai lacci e il rivestimento interno.
La guarnizione della visiera è integra, le spugne della presa d’aria è al suo posto, il sistema di chiusura delle prese d’aria è ancora funzionante e rimane chiuso/aperto a seconda della necessità.
Il casco mi è caduto rovinosamente dallo specchietto durante una sosta benzina e ho spaccato il parasole esterno, che poi ho provveduto a sostituire. Nonostante ciò la visione non si è graffiata e nessun altro componente del casco ne ha risentito.
Il Klim Krios Pro è innovativo, come nessun altro casco ch’io abbia avuto prima.
La chiusura magnetica per me è stata una rivoluzione. Se dimentico di togliere i guanti il problema non si pone. La visiera Transition è altrettanto utile, non sostituisce il classico occhiale da sole, e per uno come me che preferisce guidare con il vento in faccia non è indispensabile, ma nelle ore del tramonto, l’aria è pungente e chiudere la visiera è consigliato, l’oscuramento della visiera Transition (il tempo di oscuramento/schiarimento dipende dall’intensità della luce solare e dalla differenza di luce che lo porta da uno stato di totalmente oscuro a uno stato di totalmente chiaro) mi permette di guidare con il sole in faccia senza problemi. In galleria riesco comunque a sollevare la visiera con la stessa velocità con cui solleverei le lenti da sole interne di qualunque altro casco.
Il Klim Krios Pro è facile da smontare, lavare, e una volta messe le spugne interne in lavatrice (a 30°C) torna come nuovo.
Aldilà dei segni d’usura delle tante cadute e tanti rami sbattuti sulla calotta, il casco è integro e ad ogni lavaggio sembra tornare nuovo.
Interfono, action camera e microfonatura
Non tutti i caschi sono compatibili con interfoni universali e con le piastre adesive alle quali fissiamo le nostre action camera. Sappiamo però che il motoviaggiatore 2.0 tiene a cuore la possibilità di equipaggiare il proprio casco con questi dispositivi, così come sappiamo che alcuni caschi sono migliori di altri ad assolvere questa funzione.
Il Klim Krios Pro è compatibile con l’interfono SENA U10.
Sulla confezione è indicato che il Krios Pro è predisposto ad ospitare il dispositivo 10U che SENA ha appositamente prodotto per questo modello di casco e che si può ordinare/acquistare presso Klim Pistoia, godendo della medesima scontistica di tesserato. Le istruzioni di montaggio sono illustrate nel video sotto riportato.
Il Klim Krios Pro può ospitare action camera sia sulla calotta in alto, sia su entrambe le guance che sul mento, offrendo 4 punti di fissaggio, senza necessariamente occupare lo spazio per un interfono universale (sto usando dal 2019 un Interphone Off-Road e poi Active in attesa di testare il SENA U10).
Confronto con altri prodotti simili
Il Klim Krios Pro è il casco della categoria Enduro-Turistico che uso attualmente. Prima di lui, della stessa categoria, ho usato il Givi X.01 Tourer, X-Lite X-551 GT, Agv AX-8 Dual Evo e il Pioneer MX436 della LS2.
Nessun dei modelli sopra menzionati ha la chiusura magnetica e la lente transition. Tutti pesano più di 1,26 kg e tutti (ad eccezione dell’X-Lite) presentavano severi e gravi problemi di rumorosità, vibrazioni e cigolii che, in viaggi molto lunghi, rendevano la guida molto stancante. Inoltre per i modelli GIVI e AGV, la durabilità era veramente limitata e anche in assenza di cadute, i componenti di plastica e metallo incollati (rivestimenti, coperchi) si staccavano dopo poche settimane.
Il punto debole del Krios Pro è il sistema di chiusura della visiera, punto in cui X-Lite gli è nettamente superiore, come leggermente superiori sono le spugne interne, perché rivestite di un materiale ovattato molto morbido che il Krios non ha, ma non per questo risulta scomodo da indossare.
PRO e CONTRO di questo prodotto rispetto agli altri
Consigliamo questo prodotto ad altri motoviaggiatori?
Il Klim Krios Pro è un investimento che acquisirà il giusto valore nel tempo, dopo che lo avrete maltrattato ed esposto ad ogni sollecitazione che il vostro viaggio vi presenterà. È un casco ricco di contenuti e affidabile, ma allo stesso tempo non vuole essere silenzioso come un casco integrale da pista, né un casco del fine settimana per fare enduro nei boschi. Vuole essere un casco da giro del mondo, sia su moto adventure che touring e offrire soluzioni e innovazione lì dove altri marchi non ci sono riusciti.
Certo sarebbe bello non ci fossero difetti, ma il prodotto perfetto non esiste e la rumorosità ad alte velocità dipende dalla presenza del parasole che nasce principalmente per tracciati sterrati e non per l’autostrada, ma da quando questi caschi sono diventati di tendenza, si ha la sensazione che siano nati per tutt’altro contesto.
I problemi oggettivi di questo casco sono risolvibili (come la ghiera della visiera e il polistirolo interno che a volte va pelato un po’), rimane quindi quello della rumorosità (inferiore a tutti gli altri modelli da me elencati) e dell’eventuale rottura del parasole in caso di caduta secca dall’alto.
Un motivo in più per tenerlo in testa e non da altre parti!
Parlo da possessore del casco Klim krios pro, trovo che la nota dolente sia la visiera perché da tutta chiusa ha comunque piccole vibrazioni, specialmente in situazione di vento o di turbolenza (esempio ditro ad un furgone).
Ciao Francesco,
a me non lo fa, prova a registrare meglio le viti pilota, saluti
Io avverto vibrazioni dopo i 100km/h